BONTEMPI, Sebastiano
Nacque verso l'anno 1447 (egli stesso nel, 1497 si definì "de cinquanta anni maturo") probabilmente a Perugia. È cosa incerta se egli appartenesse o meno alla famiglia perugina dei Bontempi, in quanto, nei documenti, viene citato sempre con il nome di Sebastiano Angeli, o semplicemente "Sebastianus perusinus", come frate dell'Ordine domenicano al quale appartenne dal 1462.
I biografi sei-settecenteschi, lo ricordarono, con il cognome Angeli o De Angelis: fu solo nel 1855che il padre P. T. Masetti avanzò l'ipotesi che si trattasse di un Sebastiano d'Angelo Bontempi, basandosi su un documento a lui noto dell'Archivio generalizio dei domenicani. Ma questa affermazione venne di nuovo messa in dubbio da E. Ricci con le ragioni che il termine Angeli denota più un cognome che un patronimico; che le provate condizioni di povertà del frate perugino depongono a sfavore della sua appartenenza alla ricca famiglia Bontempi, che, a parte il solo documento citato dal Masetti, nessuna fonte cita il preteso casato di frate Sebastiano, mentre vi sarebbero state tutte le ragioni di farne menzione. In mancanza di ulteriori documenti permane l'incertezza del cognome, ma non quella del personaggio, il quale, anzi, ebbe un certo spicco nell'ambiente perugino della fine del Quattrocento.
Dopo l'ingresso nell'Ordine, il B. compì gli studi in vari conventi, tra i quali quello fiorentino di S. Marco. Nel 1475 era sicuramente a Perugia, dove richiese ai priori un contributo per il conseguimento del grado di maestro: lo ottenne e ricevette i gradi il 18 novembre da parte del generale fra' Leonardo de' Mansueti, del quale la tradizione vuole che egli fosse stato discepolo. Sulla sua vita a Perugia le notizie sono scarse e discontinue: nel 1471 avrebbe avuto l'incarico della biblioteca del convento domenicano. Sarebbe stato priore negli anni 1430, 1497 e 1507. Si ha traccia di un suo ciclo di prediche in cattedrale nell'anno 1500. Nel 1509 ricevette l'incarico ad interim della provincia romana, che gli venne confermato dal capitolo del 1510. Con questo titolo fu infatti presente al capitolo generale che si tenne a Napoli nel 1515. Negli anni precedenti aveva avuto a che fare con la costruzione del nuovo convento (1494), del campanile, del chiostro, della biblioteca. Tra le discipline profane comprese nell'ordine degli studi cui si era dedicato, lo attirarono in particolare la matematica e l'astrologia. Dagli Annali decemvirali dell'anno 1488 risulta che egli, professore di filosofia morale all'università, venne privato in quell'anno della cattedra, ma immediatamente reintegrato nell'insegnamento. Sembra certo che il genere di astrologia da lui coltivato durante la sua vita fosse indirizzato alle preuizioni annuali, il che spiega l'amicizia che lo legò a Giampaolo Baglioni e ad altri personaggi della città.
Il B. morì a Perugia il 5 apr. 1521.
Figura destinata a rimanere confinata negli annali conventuali, il B. acquistò una certa notarietà come confessore della beata Colomba da Rieti. Quest'ultima, venuta a Perugia nel 1488 con l'intenzione di fondare un convento femminile dell'Ordine della penitenza di s. Domenica cui apparteneva, incontrò in un primo tempo l'opposizione dei confratelli e dello stesso B., diffidenti verso la voce popolare che l'aveva qualificata per santa. Fu solo nel 1494 che l'Ordine perugino ritornò sulle proprie decisioni e che il B. divenne confessare e direttore spirituale di Colomba. Nel 1495, in occasione della visita di papa Alessandro VI a Perugia, fu proprio lui a commendargli vivamente le virtù, la santità e i prodigi della monaca reatina. Tuttavia, se il B. aveva superato la primitiva diffidenza e si era schierato al fianco di Colomba, per qualche anno ancora entrambi dovettero sopportare accuse di mistificazione, soprattutto a causa del fatto che la suora, dopo le estasi, faceva rivelazioni e predizioni, e, nello stesso tempo, si sospettava che il confessore si dedicasse all'astrologia giudiziaria. Alcuni credevano nella semplicità e innocenza di Colomba "ma quello suo reverendo Confessore essere suspecto: come quello ch'instructo nelle dotrine phisice et mathematice glie pronosticava quello che lei predicea e così contaminando lacusavano" (S. B., Incomença la legenda..., f. 57r). Talché il B. si vide costretto a difendersi dalle accuse con una lettera del 21 ott. 1497 nella quale protestava: "Io non so mago no: ma nelle exercitii de le bone arte e liberale sempremai audentemente intento... et confesso che de culto et veneratione so integerrimo cristiano" (ibid., f.58v). Nonostante ciò, nello stesso anno gli fu tolto l'incarico di confessore, che venne assegnato a fra' Michele da Genova. Recatosi a Roma nel 1498 a perorare la sua causa, pare che egli riuscisse a convincere il papa, ma non alcuni membri della Curia, i quali, diffidenti per il profetismo domenicano e memori della predicazione del Savonarola, sospettavano che il B. "fosse al summo pontifice simelmente contumace" (ibid., f.59r). Tornato a Perugia e seguita, sebbene da lontano, la beata Colomba sino alla morte (1501), cominciò subito a scrivere la vita, che è poi restata alla base della successiva agiografia.
Di quest'opera del B. è nota una prima edizione latina, che venne inserita dal Papebroeck negli Acta sanctorum, proveniente dall'Archivio domenicano di Perugia. Una traduzione volgare, ad opera dello stesso autore, è conservata nella Biblioteca Comunale di Perugia: Incomença la legenda de beata Colomba vergene suora de la penitentia de santo Domenico confessore de lordine de le frate predicatore, ms. D. 62, di ff. 87, cartaceo, della prima metà del Cinquecento. Un'altra traduzione italiana molto rimaneggiata fu pubblicata a Bologna nel 1521 da Leandro degli Alberti.
Del B. resta anche un Registro, compilato tra il 1510 e il 1515, conservato nell'Archivio di Stato di Perugia e pubblicato dal Kaeppeli.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Perugia, Ann. Dec., 1475, f. 100; 1488, f. 117; Perugia, Bibl. Com. Augusta, ms. D. 62: S. B., Incomença la legenda de beata Colomba,passim;L.degli Alberti, Vita della b. Colomba da Riete, Bologna 1521; Id., Descrittione di tutta l'Italia, Venezia 1596, f. 97v; C. Crispolti, Perugia augusta, Perugia 1648, I, p. 119; G. Balestra, Vita della Beata Colomba da Rieti, Perugia 1652, passim; A. Oldoini, Athenaeum augustum, Perugia 1678, p. 302; Acta sanctorum, V, Anversa 1685, pp. 319-398; V. Bini, Mem. ist. della perugina univ., Perugia 1816, p. 506; G. B. Vermiglioli, Biografia degli scrittori perugini, Perugia 1828, pp. 46 s.; P. Masetti, Cenni biogr. del p. maestro fr. Sebastiano d'Angelo Bontempi, Perugia 1855; Id., Monumenta et antiquitatesO.P., II, Romae 1864, pp. 29-31; E. Ricci, Storia della beata Colomba da Rieti, Perugia 1901, passim; R. P.Mortier, Histoire des maîtres généraux de l'Ordre des frères prêcheurs, V, Paris 1911, pp. 111-113; I. Taurisano, Catalogus hagiographicus, Romae 1918, pp. 49 s.; T. Kaeppeli, Il registro di S. B.O. P. priore provinciale romano (1510-1515), in Archivum fratrum praed., XXXI (1961), pp. 307-322; Baleoneus Astur, Colomba da Rieti, Roma 1967, pp. 16 ss, 244 ss. e passim.