BARTOLI, Sebastiano
Nato a Montella probabilmente nel 1629, il B. studiò matematica, filosofia e medicina a Napoli, proprio nel periodo in cui la cultura napoletana si andava affrancando con consapevolezza sempre più estesa dalla passiva accettazione dell'autorità scolastica per seguire le nuove vie dell'esperienza e della ricerca naturale.
Il primo segno della sua presenza nella cultura napoletana del tempo ci è fornito da un ricordo biografico del medesimo B., il quale, nella lettera dedicatoria premessa alla nona delle Exercitationes,dice che nel 1654, superate le incertezze di un ambiente ancora diviso e polemico verso il nuovo, poté acquistare vera consapevolezza della via da seguire e della necessità di rifiutare la vecchia autorità delle scholae.C'è in questo ricordo del B. più di una semplice esigenza critica e negativa; c'è, piuttosto, il farsi strada di una coscienza scientifica che illumina lo svolgimento della sua personalità. Giacché il rifiuto dell'autorità si unisce ad un nuovo interesse per la natura fisica e la natura dei corpi, sottratta all'assolutezza di una metafisica e ricondotta alla verità umana dell'ipotesi.
Gli anni immediatamente seguenti al 1654 furono per il B. di attiva partecipazione al moto di rinnovamento della cultura napoletana, iniziato dal Cornelio e dal Di Capua e stretto intorno all'Accademia degli Investiganti. Di questa accademia il B. fu sicuramente partecipe, e delle polemiche che nacquero dalla sua attività fu acceso protagonista: tanto che anche su di lui si puntarono gli strali di Innocenzo Fuidoro, portavoce modestissimo della vecchia cultura, ma, come è stato rilevato dal Cotugno, autore di giornali in cui era "raccolto e distillato tutto il veleno che i Galenici propinavano quotidianamente ai danni dei novatori", e insomma cronista reazionario della sua epoca.
A questo punto l'attività scientifica del B. ha trovato la sua definitiva specificazione. Filosofo, matematico e medico, egli ha ormai concentrato il suo interesse verso la fisiologia e lo studio dei corpo umano. Tuttavia profonda rimane l'incidenza della sua originaria riflessione filosofica, ché non si trattava di legare insieme esperienze disparate, bensì di riaffermare l'esigenza più viva della cultura del tempo: dare unità alla filosofia e alla scienza, far nascere dall'intemo della scienza una visuale unitaria della vita.
Lo studio del corpo è per il B. studio del complesso di esperienze che danno unità al corpo. E queste esperienze non sono nulla di empirico e di separato dal principio per cui costituiscono un'unità, ma si legano intorno al centro irradiatore della vita che è la luce. Un centro, sì, metafisico, ma che serve essenzialmente a fornire l'unità fisica della vita e che si manifesta attraverso la unità visibile della vita. Nel B. questa mediazione non è effettivamente raggiunta - sicché egli si pone per così dire a mezza via tra il vecchio e il nuovo, tra la vecchia filosofia medica rinascimentale e la nuova scienza medica sperimentale - ma è certo che attraverso la sua opera altri argomenti si aggiungono alla polemica ormai prevalente contro la tradizione.
Quest'opera è principalmente racchiusa nelle Exercitationes paradoxicae (1666) che destarono le maggiori discussioni: basti ricordare l'aspra polemica del medico tradizionalista Carlo Pignatari svolta all'ombra dell'accademia dei Discordanti, ossia all'ombra dell'autorità di Luca Tozzi; ma il B. è apertamente protetto dal viceré Pietro Antonio d'Aragona, ed anzi è il suo medico ufficiale, tiene cattedra di anatomia nell'università di Napoli dal 1668 e dalla cattedra continua la sua opera di novatore.
Quando si spegne, a Napoli nel 1676, le polemiche sono più vive che mai, ma il processo di rinnovamento appare ormai irreversibile.
Opere: Artis medicae Dogmatum communiter Receptorum examen in decem Exercitationes Paradoxicas distinctum a S. B.,Venetiis 1666; Breve ragguaglio de' bagni di Pozzuolo. Dispersi, investigati per ordine dell'ecc. Signore don Pietro Antonio d'Aragona e ritrovati da S. B. Medico di Sua Eccellenza,Napoli 1667; Thermologia Aragonia sive Historia Naturalis Thermarum in occidentali Campaniae Ora inter Pausillipum et Misenum iam inuria deperditarum et Petri Antomi ab Aragona studio et munificentia restitutarum (opera postuma), Neapoli 1679; Tráctatus anatomiae hepatis, lienis, renum, et vescicae urinariae (opera manoscritta), Bibl. Naz. Napoli, coll. XIV. D. 38.
Bibl.: N. Toppi, Biblioteca napoletana, II, Napoli 1678, p. 276; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 1, Brescia 1758, pp. 451 S.; M. Barbieri, Notizie istoriche dei mattematici e filosofi del Regno di Napoli,Napoli 1778, p. 138; F. Soria, Memorie storico-critiche degli storici napoletani, I, Napoli 1781, pp. 66-70; E. D'Afflitto, Memorie degli scrittori del Regno di Napoli, II, Napoli 1794, pp. 63 ss.; G. B. Grossi, S. B.,in Biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli, VI, Napoli 1819, s. P.; C. Minieri Riccio, Notizie biogr. e bibl. degli scrittori napol. fioriti nel sec. XVII, II, Milano-Pisa-Napoli 1875, pp. 10 ss.; R. Cotugno, La sorte di G. B. Vico e le Polemiche scientifiche e letterarie dalla fine del XVII alla metà del XVIII secolo,Bari 1`914, pp. 30-32, 49-51 e passim;N. BadaIoni, Introduzione a G. B. Vico,Milano 1961, pp. 48-50, 65-70 e passim.