AMIANI (Ammiani, come egli stesso spesso sottoscrive negli atti dell'Ordine), Sebastiano
Nacque a Fano da famiglia di modesta notorietà e dei suoi famigliari si ricorda il nome della madre, Elisabetta, e il fratello di lui, Nicola, pure frate agostiniano, implicato in un processo d'inquisizione. Non si conosce la data di nascita; soltanto in una biografia manoscritta nella Biblioteca comunale di Fano (Fondo Amiani 120-122, cfr. Mazzatinti, Inventar:...,LI, p. 83) è indicato l'anno 1530. Tra il 1545 e il 1547 frequentò lo Studio di Rimini dell'Ordine degli eremitani di S. Agostino. Nel maggio del 1547 è, però, già elencato tra gli studenti romani; nel maggio del 1551 ha il titolo di cursor ed è inviato nel convento di Bologna, ove esercita tale funzione sino al 1553; il 20 maggio dello stesso anno compare tra i membri del convento di S. Agostino in Pavia, sempre col titolo di cursor.Qui rimase sino al 1557, raggiungendo il titolo di lettore, il 1 sett. 1554, e il baccalaureato in teologia nel giugno del 1557.1120 giugno dell'anno successivo fu insignito del titolo di magister da Cristoforo Patavino, generale dell'Ordine, ma solo nel 1563 a Trento ricevette dal vescovo di Aversa, Baldovino Baldovini, le insegne magisteriali. In questa occasione sembra cessasse dalle funzioni di segretario generale dell'Ordine (Gutiérrez), che esercitò dal 1558, come attestano i verbali del capitolo generale celebrato a Venezia nel maggio 1559 e da lui redatti. Il fatto che ancora nel 1565 continuasse a preparare il Regestum dell'Ordine ha tratto in errore alcuni autori, che posticipano al 1565 l'inizio del segretariato (Ossinger, P.M. Amiani). Peraltro nella Dottrina Chrisriana del 1566 egli si qualifica ancora segretario dell'Ordine.
Nel 1562 intervenne al concilio di Trento al seguito del generale degli agostiiani e risulta presente alle prime quattro sessioni di quell'anno; tuttavia non prese mai la parola su questioni dogmatiche o disciplinari, nè assolse il compito di predicatore, almeno secondo quanto risulta dagli atti del concilio. Morì alla fine del luglio 1568, consumato forse più dal lavoro che dall'età, se era nato effettivamente nel 1530. L'indicazione del giorno esatto varia tra il 28 (Ossinger), il 29 (Gutiérrez) e il 30 luglio (P. M. Amiani e Peni).
Gli storici sia dell'Ordine sia fanensi lo ricordano come teologo e predicatore di buona fama. Ebbe anche una larga attività come scrittore, dedicandosi soprattutto alla pubblicazione di sussidi per la predicazione, di estratti delle opere di S. Agostino sui problemi più vivi del tempo - soprattutto in relazione alla controversia con i protestanti - e di scritti dei più famosi teologi degli eremitani di S. Agostino, per incarico del suo Ordine.
Nelle sue Conclusiones catholicae ex D. Augustini dictis, quibus ostenduntur lutheranorum mendacia, Venetils, Ad Signum Spei, 1553, propone per combattere il luteranesimo nu semplice ritorno alle fonti, ai padri della Chiesa evitando invece la polemica caratteristica della teologia controversista. Il medesimo orientamento, volto ad illustrare la dottrina cattolica con passi scritturistici e dei Padri si ritrova nei tre volumi dei Discorsi predicabili, in cui offre brevi schemi per la predicazione, che ebbero grande diffusione, come si deduce dal cospicuo numero di edizioni, anche dopo la morte dell'autore. Le ultime settanta pagine del secondo volume confutano le tesi antipapali di Pier Paolo Vergerio, che questi aveva pubblicato nel suo libello del 1562contro la nuova convocazione del concilio di Trento. Ai temi ricorrenti nell'insegnamento religioso popolare sono dedicate due altre operette, indirizzate ai predicatori e spesso confuse tra di loro. Una, la Christiana Institutio del 1562,era dedicata al Seripando e presentata come edizione di un antico manoscritto trovato a Pavia. Essa contiene brevi note su numerosi argomenti dogmatici e ascetici, elencati in ordine alfabetico.
L'altra, la Doctrina christiana et catholica, del 1566, dedicata al vescovo Ippolito Capilupi, sviluppa temi analoghi a quelli della precedente, in forma ancora più sintetica: nella dedica si precisa trattarsi di un manoscritto in volgare di un benedettino. In vari luoghi egli è indicato col nome di "Broilus", senza che ciò abbia alcuna spiegazione. Oltre le opere astampa lasciò manoscritta e incompiuta una storia della città di Fano, conservata, con un suo busto, nella locale biblioteca comunale.
Per gli scritti si veda l'elenco dettagliato, con le precisazioni sopra indicate, nel Perini, I, pp. 33-35, e in Analecta Augustiniana, XXI (1948-49), p. 165.
Fonti e Bibl.: Biblioteca comunale di Fano, Mss. Amiani n. 120-122/I; fl. 133-135/I; Codex diplomaticus O.E.S.A. Papiae, a cura R. Maiocchi N. Casacca, Pavia 1907-15, III, pp. 238, 337 e pp.427-429; Concilium Tridentinum, ed. soc. Goerresiana, VIII, Friburgi in B. 1919, pp. 303, 368, 501, 528; Analecta Augustiniana, IX (1921-22), pp. 158, 163, 386, 410; A. Possevino, Apparatus sacer, Venetiis 1603, II, p.387; L. Torelli, Secoli Agostimani, Bologna 1686, pp. 451,506, 507; P. M. Axniani, Mem. istor. della città di Fano, Fano 1751, I, p. 2 e II, pp. 192-193; O. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 1, Brescia 1753, pp. 634-635; J. F. Ossinget, Bibliotheca Augustiniana, Ingolstadii 1768, p. 161; F. Vecchietti, Biblioteca Picena, I, Osimo 1790, pp. 99-100; F. Lauchert, Die italienischen literarischen Gegner Luthers,Freiburgi B. 1912, pp. 612-614; P.A.P., Il Padre M. S. A. agostiniano, in Bollett. stor. agostiniano, II (1926), pp. 36-41 e 109-114; D.A. Perini, Bibliographia Augustiniana, Firenze 1929, I, pp.33-35; H. Jedin, Girolamo Seripando, Wiìrzburg 1937, II, p. 324n. 6; P.D. Gutiérrez, Patres ac theologi Augustiniani Qui Concilio Tridentino interfuerunt, in Analecta Augustiniana, XXI (1948-49), 164-165.