BRANT, Sebastian
Celebre umanista e poeta tedesco, nato nel 1457 a Strasburgo da famiglia borghese. A 18 anni, si recò a Basilea a studiare lettere e giurisprudenza. Ferveva allora in quell'università la lotta tra i due partiti scolastici, i nominalisti e i realisti; Brant si unì a questi ultimi, sotto l'influsso di Johannes Heynlin von Stein, capo del realismo e grande promotore della cultura umanistica. Brant si consacrò con passione allo studio dei classici e, dal 1489 in poi, insegnò contemporaneamente a Basilea diritto e humaniora. Quando l'imperatore Massimiliano, dopo la battaglia di Dorneck (1499), cedette Basilea alla Svizzera, Brant fece ritomo a Strasburgo dove ottenne, nel 1501, grazie all'interessamento del celebre umanista Geiler von Kaiserberg, la carica di consulente legale e, due anni più tardi, quella di segretario municipale. La sua città natale volle ch'egli partecipasse, a più riprese, a importanti missioni diplomatiche e l'imperatore Massimiliano lo elesse consigliere della Camera di giustizia e conte palatino dell'Impero. Egli morì a Strasburgo il 10 maggio 1521.
Brant diffuse la conoscenza della letteratura classica, pubblicò le opere di Virgilio, del Petrarca, di varî giuristi romani e di alcuni Padri della Chiesa. Oltre a varie opere giuridiche, egli scrisse numerose poesie latine, traducendole talvolta egli stesso in rime tedesche. Queste sue poesie, pubblicate su fogli volanti ornati di incisioni in legno, trattano temi politici e religiosi, cantano le lodi di celebri figure storiche o degli amici del poeta, narrano casi strani e miracolosi rivestendoli spesso d'un significato simbolico (v. Flugblätter des S. Brant, ed. P. Heitz, con append. di F. Schultz, Strasburgo 1918). Ma, fra le sue opere, quella che lo rese celebre e che tuttora presenta il più vivo interesse è il poema satirico-didattico Das Narrenschiff (La nave dei pazzi, 1ª ed., Basilea 1494), scritto in dialetto alsaziano, in cui il poeta descrive e flagella, sotto i colori di un'ampia allegoria, le debolezze e i vizî caratteristici del suo secolo nonché quelli comuni a tutti i tempi. Brant immagina che una moltitudine di pazzi, divisa in 112 categorie, s'imbarchi in una nave per recarsi in Narragonien (Paese dei pazzi) passando per Schlaurafenland (Paese di cuccagna) e affoghi miseramente per via. È evidente che egli vuole simboleggiare la fine deplorevole di coloro che non si prefiggono nella vita una meta alta, nobile e sicura, che si lasciano sedurre da ogni miraggio della loro immaginazione e da ogni capriccio dei loro istinti. Questo tema non è tuttavia svolto ordinatamente; è piuttosto un quadro che abbraccia una successione di capitoli, ognuno dei quali descrive una classe particolare di "pazzi". Ci vediamo così sfilare dinnanzi i giudici ingiusti, gli avari, gli schiavi della moda, i testardi, gl'intemperanti, i pettegoli, ecc. Brant non combatte i vizî con la morale, con le esortazioni, con le minacce, ma con il ridicolo e si rivolge più all'amor proprio che alla coscienza. Nelle incisioni e nei versi riassuntivi che precedono ogni capitolo, i lettori sono chiamati a riconoscere, come in uno specchio, i loro vizî e le loro assurdità. In un capitolo a sé, Brant tratta i problemi politici dei suoi tempi. Egli vagheggiava la supremazia assoluta del potere imperiale e la purificazione della Chiesa cattolica, ma fu fieramente avverso alla Riforma luterana. Das Narrenschiff fu il poema più popolare del sec. XV, ristampato in 26 edizioni alcune delle quali assai preziose, e venne tradotto in numerosissime lingue.
Edizioni moderne: Narrenschiff, ed. Zarncke, Lipsia 1854, con commentario e con le poesie latine e tedesche di Brant nonché qualche estratto di altre sue opere; ed. Goedecke, Lipsia 1872; ed. Rorbetag, Stoccarda 1889; ed. H. Koegler, Basilea 1913 e ed. (facsimile), Strasburgo 1913. Trad. in ted. mod.: Simrok (Berlino 1813) e A. Junghans (Lipsia 1877).
Bibl.: F. Zarncke, Zur Vorgeschichte des "Narrenschiffs", Lipsia 1866-71; Th. Maus, Brant, Geiler und Murner, Marburgo 1914; M. Wolters, Beziehungen zwischen Holzschnitt und Text bei Brant und Murner, Strasburgo 1917.