Sé
Personalità, immagine che un individuo ha di sé in quanto totalità o che si forma in base alle risposte degli altri, in un contesto che permetta l’assun zione di ruoli diversi o l’immedesimazione in essi. Nel campo della psicologia i concetti di S. e di identità, tra loro strettamente correlati, hanno subito un’evoluzione che è in diretto rapporto con gli sviluppi del paradigma scientifico e con le corrispondenti modificazioni dell’idea di realtà. La prima descrizione freudiana del S. non differenzia quest’ultimo dall’Io, e lo definisce un’organizzazione psicologica che ha la funzione della percezione, del giudizio, dell’attenzione, della memoria, dell’esame della realtà e della difesa dai contenuti inaccettabili. Successivamente, in particolare con Heinz Hartmann, il S. è visto come soggetto che si contrappone all’oggetto dell’esperienza, e l’Io come organo specifico di equilibrio, che è un successivo prodotto e come l’Es, l’inconscio istintuale e sessuale, ha origine dalla matrice indifferenziata del Sé. La qualificazione del S. quale matrice indifferenziata che riassume la totalità psicofisiologica è definitivamente assunta dagli sviluppi psicoanalitici della teoria delle relazioni oggettuali. In questo contesto l’Io si sviluppa in funzione della relazione oggettuale, ovvero delle dinamiche interpersonali (➔ processo di sviluppo in psicoanalisi). Diversamente dal S., che in quanto matrice primaria non ha qualificazioni funzionali, l’Io è dotato di funzioni psicologiche e biologiche, e ha una dimensione esperienziale attraverso cui deduce un proprio senso di esistere nello spazio e nel tempo. Così, se il S. compendia il potenziale innato che riassume l’essere totale del corpo e della mente, l’Io, differenziandosi dalla sua originale globalità, acquisisce una realtà biopsichica personale e la sperimenta come costruita nel tempo. Alcuni autori attribuiscono al S. funzioni che nella psicoanalisi si attribuiscono all’Io quale agente attivo e centro di iniziative: per es., secondo Heinz Kohut il S., quale nozione centrale del sistema metapsicologico, non è un’istanza psichica, ma una struttura interna della psiche che è investita di energia pulsionale, ed è vicina all’esperienza. Contrastanti rappresentazioni del S. sono presenti nel Super-Io, nell’Io e nell’Es: rappresentazioni di grandiosità e di inferiorità possono coesistere all’interno del campo dell’Io, o di quel campo della psiche di cui l’Io e l’Es costituiscono un continuum. L’elaborazione teorica di Kohut si riferisce soprattutto alla patologia del S., in particolar modo alla patologia narcisistica che si viene strutturandosi a partire da relazioni infantili mal ‘metabolizzate’ con i genitori, a causa della scarsa rispondenza empatica di questi ultimi ai bisogni emergenti del figlio e alle proteste e proposte del suo emergente S.; da tutto questo deriva che l’iniziale ricerca di oggetto del bambino si perverte e si disgrega in reazioni sessuali e aggressive.