Se 'l viso mio a la terra si china
Sonetto (Rime dubbie XI; schema abba abba; cde dce) attribuito a D. da alcuni manoscritti (come il Barberiniano lat. 3953 della Vaticana, il Magliabechiano VII 1060 della Nazionale di Firenze con l'affine Ambrosiano 0 63 superiore, il Riccardiano 1118, e dall'Escorialense e III 23; la rubrica del codice 445 della Capitolare di Verona è sospetta in quanto vergata da mano posteriore a quella che ha esemplato il testo), da altri a Cino da Pistoia (Vaticano lat. 3214).
Non è compreso nella Giuntina del 1527. Apocrifo lo ritennero il Witte e il Fraticelli; il Cossio l'inserì tra le rime dubbie. A Cino l'assegnarono senz'altro il Carducci e il Lamma, mentre il Di Benedetto, dopo essersi limitato a escluderlo dalle rime di Cino, lo ritenne in seguito dantesco per alcune affinità che esso presenta con Ne le man vostre (v.).
Il poeta confessa alla donna che la sua bellezza, peregrina / qua giù fra noi, soverchia la sua natura, tanto da costringerlo a tenere lo sguardo a la terra per paura: ché se per avventura gli accade di guardarla, tutta sua vertù ruina, e vien meno ogni sua resistenza alla morte, che può così facilmente prevalere sul suo poco valore residuo; lo spirito vezzoso de la vita invoca Amore, che sembra averlo abbandonato.
I motivi del sonetto sono forse più ciniani che danteschi; tuttavia ogni proposta di attribuzione, data la così massiccia presenza di modi e temi espressivi di D. nella poesia di Cino, non può che essere provvisoria e soggetta a discussione. Alcune analogie con rime sicuramente dantesche sono state rilevate dal Contini: lo " spunto astratto (impossibilità di fissare gli occhi di madonna) s'apparenterebbe al più pensoso De gli occhi de la mia donna [...] Lo spirito de la vita è lo spirito maggior della canzone E' m'incresce, v. 67. L'interrogazione finale a sospendere il sonetto, di gusto ciniano, s'incontra pure in Dante (cfr. O dolci rime, v. 14) ".
Bibl. - G. Carducci, Rime di m. Cino da Pistoia e d'altri del sec. XIV, Firenze 1862; E. Lamma, Studi sul Canzoniere di D., in " Il Propugnatore " XIX 1(1886)133-199; D.A., The Canzoniere, a c. di A. Coccio, New York 1918; L. Di Benedetto, Studi sulle rime di Cino da Pistoia, Chieti 1923; ID., Rimatori del Dolce Stil nuovo, Torino 1925, XXVIII n. 1; Contini, Rime 245-246; Barbi-Pernicone, Rime, 680-682.