SCYTHIA MINOR (Μικρα ακυθία)
Nome con cui è designata fin da epoca ellenistica la Dobrugia: la definizîone di Μικρα ακυθία è ripresa da Strabone (VII, 4, 5), anche se la regione, nell'ambito dell'amministrazione provinciale riordinata da Augusto, non è indipendente, ma inserita nella Moesia Inferior (v. Provincie romane: Moesia Inferior). Provincia a sé stante, invece, la S. M. diviene con la riforma dioclezianea: sarà inclusa nella diocesi della Thracia, a sua volta compresa nella prefettura dell'Oriente. Milites ripenses o limitanei (unità fisse insediate sul limes) e milites palatini o comitatenses (unità mobili a disposizione dell'imperatore) difendono questa linea di confine sul basso Danubio, che è di notevole importanza strategica. Vengono create due legioni speciali, la I Iovia Scythica e la II Hercúlea, stanziate rispettivamente a Noviodunum e a Troesmis; unità ausiliarie vengono inoltre insediate ad Axiopolis, Carsium, Troesmis stessa, Dinogetia, Noviodunum, Salsovia, Gratiana, per un totale di 10-12.000 militari. Quanto alla flotta, la classis in Plateypegis citata dalla Notitia Dignitatum, allo stato attuale delle conoscenze non è stato possibile chiarire se Plateypegiae sia un toponimo (eventualmente riferito a una località, finora non identificata, del delta del Danubio) o un tipo di imbarcazione dal fondo piatto.
In questa fase tardoantica si assiste a un'intensa attività di ricostruzione di alcune città della Scythia Minor. A Dinogetia si sono rinvenuti mattoni che recano il bollo della Legio I Iovia Scythia, ai quali si aggiunge anche un miliario che dimostra che la fortezza fu completamente rifatta durante il regno di Diocleziano. Nella capitale della provincia, Tomis (v.), un'iscrizione testimonia la costruzione di una porta (porta praesidiaria) a cura del comandante della provincia C. Aurelius Firminianus, dux Militis Scythici. Sempre a scopo militare fu eseguita la riparazione di alcune strade che univano diverse località: ciò risulta dai testi di alcuni miliari che si trovavano lungo il Danubio, a Dinogetia, Carsium, Rasova o sulla strada tra Tomis e Histria.
Durante il regno di Costantino e Licinio l'opera di ricostruzione continua, p.es. con Tropaeum Traiani (v.), distrutta dai Goti nel 295. A Histria vengono ristrutturati la cinta e i monumenti pubblici all'interno della città, mentre anche a Tomis sembra che l'edificio con il mosaico e le altre costruzioni del lungomare, verso il porto di Costanza, siano stati realizzati durante il regno di Costantino. Come si evince dalle notizie fornite da Ammiano Marcellino, l'imperatore Giuliano (361-363) fece ricostruire nella S. M. cittadelle e abitati, mentre anche sotto Valente (364-378) sappiamo da Temistio (Orationes, IX, 136 c, 137 d, 138) che vennero edificate nuove cittadelle e riparati alcuni porti marittimi. Un'iscrizione dello stesso periodo, scoperta a Gîrliciu, parla della costruzione, sempre durante il regno di Valente, di un burgus realizzato dai soldati della Legio I Flavia Gemina, «dopo la sconfìtta a opera dei Goti».
Gli attacchi e le continue invasioni degli Slavi, degli Avari e dei Protobulgari generano una vera «esplosione» di costruzioni e ricostruzioni durante il regno di Giustiniano (527-565). Le ricerche archeologiche indicano ricostruzioni a Troesmis, ad Axiopolis, a Ibida, a Noviodunum (v.).
Nell'ambito dell'attività agricola, agli schiavi si sostituiscono i coloni, i quali sono però esposti sia alla pressione dei grandi latifondisti in forte espansione, sia a quella del fisco, finalizzato soprattutto al reperimento di fondi e di equipaggiamenti per l'esercito. Una categoria speciale era costituita dai Limitanei (soldati-contadini stabilitisi sul limes), che in cambio del servizio di guardia ricevevano appezzamenti di terreno esenti da imposte. In epoca bizantina l'istituzione dei limitanei acquisterà un'importanza particolare.
Questa serie di accorgimenti e di strategie contribuì ad arginare le invasioni. Dalle fonti sono tramandate notizie sulle vittorie contro i Carpi, i Bastarni e i Sarmati sotto Diocleziano e Galerio (Eutr., IX, 25, 2); la politica energica di Costantino il Grande è coronata fra il 332 e il 333 dai successi contro i Goti e i Sarmati, in seguito ai quali, come indicano le fonti (Excerpta Valesiana, 32, Lipsia 1961, p. 9), 300.000 barbari sono assoggettati in Tracia, Scizia e Italia.
La sommossa guidata da Vitalianus in Tracia tra il 513 e il 518 si inquadra nell'ambito delle lotte contro lo sfruttamento e i soprusi di cui era responsabile lo stesso imperatore Anastasio, seguace della dottrina monofisita: alla fine la sommossa fu repressa e Vitalianus venne assassinato. Seguono invasioni di Unni, Slavi, Bulgari, ma l'autorità di Bisanzio si conserva sulla maggior parte della S. M., compreso il Delta del Danubio.
Il periodo di transizione dal paganesimo al cristianesimo è caratterizzato dalla fioritura nella Dobrugia di culti orientali e misterici. Durante le persecuzioni di Diocleziano e Galerio (303-304), in tutta la S. M. si registra un grande numero di martiri, soprattutto a Tomis. Nella cripta della basilica scoperta a Niculiţel sono stati sepolti quattro martiri del tempo di Diocleziano o di Giuliano l'Apostata: sull'intonaco della cripta erano scritti i nomi dei sepolti, e cioè Zotikos, Attalos, Kamasis e Phillipos. I più recenti scavi archeologici hanno inoltre portato alla luce, nella stessa Tomis, un'intera necropoli cristiana risalente al IV sec. d.C. Ancora a Tomis, il principale centro cristiano della provincia, si conoscono cinque basiliche; altre cinque basiliche sono conosciute a Tropaeum Traiani e a Histria, e altre ancora ad Argamum, Ibida, Noviodunum, Dinogetia, Troesmis, Axiopolis e Callatis, dov'è stata identificata, in particolare, una piccola basilica di tipo siriano. A partire dalla fine del V sec. l'organizzazione ecclesiastica della S. M. subirà importanti modifiche e l'episcopato di Tomis diventerà sede del metropolita, da cui dipenderanno altri 14 episcopati.
Ai luoghi di culto si aggiungono molti altri edifici pubblici e privati di aspetto talvolta imponente, talvolta modesto. A Tomis, come accennato, è presente la costruzione di interesse pubblico nota con il nome di «Edificio a mosaico». Tanto a destra quanto a sinistra di quest'ultimo sono presenti le tracce di altri edifici: p.es. le terme, delle quali si conservano i muri, alti 6 m, che rinchiudono intercapedini in cui circolava l'aria calda; sotto il pavimento sono stati portati alla luce canali e ipocausti. L'iscrizione in lingua greca sull'architrave e sul c.d. lentiàrion - la camera dove si depositava la biancheria - chiarisce ancora meglio la funzione del complesso. Si conoscono inoltre nella regione sculture e pitture: affreschi con scene bibliche, santi, foglie, fiori, figure geometriche, uccelli presenti nelle cripte delle basiliche e nei sepolcri. Una scoperta casuale a Malaja Perešepina, in Ucraina, ha riportato alla luce un tesoro: fra le altre monete bisogna ricordare un tallero d'argento coniato, sembra, a Bisanzio, con leggenda menzionante il vescovo di Tomis, Paternus. Di recente è stato scoperto a Sucidava (Izvoarele) un altro tesoro d'argento di 17 pezzi, con funzione liturgica, tutti lavorati in Oriente.
Le manifestazioni artistiche della S. M. nei secc. IV-VI, concentrate soprattutto nelle città del litorale, ma con forti riflessi anche in quelle del limes, offrono un'immagine viva dello sviluppo della perdurante romanizzazione di questa provincia.
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