SESTII, Scuola dei
Scuola filosofica, fiorita a Roma, per breve tempo, sul principio dell'era volgare. Il nome le venne dal fondatore, Quinto Sestio (nato intorno al 70 a. C.), e dal figlio di questo, che pure le appartenne; altri suoi rappresentanti furono Sozione di Alessandria, maestro di Seneca, Cornelio Celso, Lucio Crassinico e Fabiano Papirio. Il suo influsso fu esiguo come la sua durata; suo massimo titolo di gloria resta l'avere, per opera di Sozione, avviato agli studî filosofici Seneca, che è d'altronde rimasto fonte precipua per la conoscenza della scuola stessa (si vedano i passi dei suoi scritti a cui rimandano gl'indici s. v. Sextius, Sotion, Fabianus: per Sozione è da vedere anche il Florilegio di Stobeo: v. sozione). L'indirizzo fondamentale della scuola era quello stoico, ma con speciale accentuazione del momento etico, del resto in conformità della generale natura dello stoicismo romano (Q. Sestio aveva lasciato la politica per la filosofia): particolarmente sottolineato era quindi anche il motivo cinizzante dell'adiaforia del saggio di fronte ai mali. A questo nucleo cinico-stoico si aggiungevano d'altronde elementi pitagorici (fede nella metempsicosi, astensione dal cibo carneo, ecc.) e platonico-aristotelici (considerazione dell'anima come entità incorporea e inestesa).
Bibl.: G. Zeller, Die Philosophie der Griechen, III, i, 4ª ed., p. 699 segg. Ulteriore bibliografia in Ueberweg-Praechter, Grundr. d. Gesch. d. Philos., I, 12ª ed., Berlino 1926, pp. 565-66 del testo e p. 179 dell'Appendice.