scuffiare (scuffare)
Per " mangiare ingordamente ", " divorare quasi grufolando "; ricorre in If XVIII 104, nell'icastica rappresentazione dei lusingatori, gente che si lamenta, si nicchia... e che col muso scuffa, / e sé medesma con le palme picchia.
La tradizione antica si divide qui tra scuffa (per ‛ scuffia ', come pane per ‛ panie ') e sbuffa, lezione quest'ultima che fornisce un senso non meno accettabile nel contesto generale dell'immagine, ma in qualche modo più ‛ facile ' e che può essere ritenuta, come dal Vandelli, correzione di stuffa, altra variante (in antica traditio, ad esempio, nel codice Cortonese); v. Petrocchi, ad locum. Decisiva può risultare, in ultima analisi, la corrispondenza con un passo del Fiore (CXCII 14): ché troppo dolzemente mi scuffiava [il ribaldo, che era stato amante della Vecchia], in un traslato che forse muove da ‛ ansimare ' per giungere a un significato palesemente erotico. Tra le due lezioni, sbuffa (o isbuffa) era prevalente nelle edizioni (Moore, Torraca, ecc.) precedenti la '21 e la revisione Vandelli del commento di Scartazzini.