SCRUPOLO
. Nel linguaggio ordinario significa talvolta grande delicatezza di coscienza, desiderosa di evitare la colpa anche più leggiera; nel linguaggio teologico-morale significa propriamente inquietudine di coscienza, che fa tenere per mancanza ciò che non è o per grave una mancanza leggerissima. Non si tratta d'un semplice errore o d'un semplice dubbio, perché in questi non si trova l'ansietà propria dello scrupolo. Lo scrupolo può avere per oggetto tanto le azioni passate quanto le presenti; può riferirsi a una materia sola, come a parecchie, e anche a tutta l'attività morale; e se è durevole, produce quello stato d'animo che si dice coscienza scrupolosa, che costituisce il tormento del paziente e del suo prossimo, e reca danni alla sanità e attività dell'individuo.
Bibl.: A. Gemelli, De scrupulis, Firenze 1913.