SCRIVANIA (fr. bureau; ted. Schreibtisch; ingl. desk, writingdesk)
Mobile di varia forma con piano orizzontale o leggermente inclinato, anche con varî cassetti, che serve per scrivere. Si trova rappresentato con molte varianti in dipinti specialmente dal sec. XIV in poi (affreschi della chiesa superiore di Assisi, di Tommaso da Modena in S. Niccolò di Treviso; dipinti di Antonello da Messina, del Ghirlandaio, del Botticelli, ecc.). Nelle miniature medievali bizantine ha piuttosto l'aspetto di leggio e di mobile accessorio per gli strumenti da scrivere, e non per posarvi il manoscritto. Ma fu in uso anche una lunga e semplice tavola da studio, come si vede nello studio del S. Girolamo di Vittore Carpaccio a S. Giorgio degli Schiavoni a Venezia e in quello del S. Girolamo del Dürer: vi si posava spesso un soprammobile a piano inclinato, e anche a ribalta. Nel sec. XVI, e quasi certamente prima a Firenze, la scrivania venne unita allo stipo formandone un mobile a due corpi, con l'inferiore a sportelli e il superiore chiuso a ribalta che, aperta, formava il piano per scrivere, lasciando in vista una serie di cassetti in cui si custodivano lettere e oggetti. Codesta forma ebbe diverse varianti: talora allo sportello a ribalta fu sostituito un piano allungabile. Essa fu evidentemente prototipo al "secrétaire" in uso in Francia specialmente sotto Luigi XIV e Luigi XV. Celebrati i "secrétaires" dell'ebanista Boulle (v.), a rapporti bronzei e incrostazioni varie. Usarono anche piccoli "secrétaires", trasformazione della semplice tavola da scrivere, con cassettini, chiusi a ribalta; per le signore si fecero quei mobilini detti "bonheur du jour", oggetti di vera grazia femminile, formati da un piccolo scrittoio con un corpo superiore a due sportelli, ornato da uno specchio o da un'applicazione di porcellana di Sèvres.
Nella seconda metà del sec. XVIII fu molto usata in Francia una scrivania detta "a cilindro", perché la chiusura dei cassettini dell'alzata ha appunto forma cilindrica: un ottimo esemplare di questa forma, durata lungamente e ripresa dall'industria moderna, è quello del Riesener (Louvre). Sotto il consolato e l'impero il "secrétaire" ebbe apparenza austera, e fu di forma architettonica semplice, con pochi ornati di bronzo. In Italia durante il secolo XVIII usarono moltissimo le scrivanie in doppio corpo per libreria, specialmente a Venezia, ove si trovano ancora i più raffinati esemplari (v. squisita scrivania laccata e con stampe nel museo civico di Milano). Tutti questi mobili hanno forme convesse e superficie ricurve, con ornati sottili d'intaglio e rapporti di bronzo, a fasce festonate con sottilissime profilature. Durante l'impero si fecero con forme più saldamente architettoniche, e gli ornati furono limitatissimi, come nello splendido esemplare di Palazzo Pitti. Nella prima metà dell'Ottocento ebbe fortuna un tipo di scrivania quasi a forma di cassettone, con piano inclinato a ribalta nella parte superiore per celare i cassettini minori e la tavola per scrivere. Attualmente la scrivania tende sempre più a semplificare le sue forme, abolendo soprastrutture di alzate, cassettini, mensole, ecc., e limitando in basso la parte piena del mobile a due e anche a un solo scomparto laterale, rigidamente chiusa in una forma rettangolare allungata.
V. tavv. XXIX-XXXII.
Bibl.: P. Larousse, Grand dictionnaire universel. II, Parigi 1867, alle voci Bureau e Secrétaire; H. Havard, Dict. de l'Ameublement et de la décoration, ivi s. a., I, p. 466; IV, p. 927; J. De Mauri, L'amatore di oggetti d'arte, Milano 1922, pp. 800 segg., 862, 972-73; G. Morazzoni, Il mobile veneziano del '700, Milano-Roma 1927; Seymour de Ricci, Le style Louis XVI. Mobilier et décoration, Parigi 1913; F. Schottmüller, I mobili e l'abitazione del rinascimento in Italia, Torino 1921; G. Morazzoni, Lacche veneziane del sec. XVIII, in Dedalo, V (1924-25), pp. 643-64.