SCRIPTOR TITULORUM
Artigiani specializzati nell'incisione di iscrizioni su pietra o nella pitturazione su pareti o tavole su pietra (alba) potevano in Roma chiamarsi scriptores; esiste l'iscrizione di uno scriptor titulorum (C.I.L., vi, 9557; vedi anche C.I.L., vi, 9556: D. m. titulosscribendos vei si quid operis marmorari opus fuerit, hic habes. Scribere (e inscribere) o sculpere (e scalpere) erano i verbi coi quali talvolta lo scriptor firmava l'iscrizione, o dipinta (per esempio a Pompei, C.I.L., iv, 3775; 3884) oppure incisa (C.I.L., ii, 3222; iii, 7426; vi, 8498; cfr. x, 6193; I.L.S., 9395); la presenza dei due verbi indica il lavoro completo della composizione disegnata dei caratteri e della loro incisione, la ordinatio (C.I.L., viii, 2482; Ann. Epigr., 1940, 147; 153); talvolta però con gli stessi verbi si indicava solo l'azione del committente (C.I.L., viii, 2088; ii, 1222; xiii, 1948). Un'insegna bilingue (greca e latina) di bottega a Palermo (C.I.L., x, 7296) avverte: Tituli heic ordinantur et sculpuntur aidibus sacreis cura operum publicorum.