scorfani e pesci rondine
Vita nei bassifondi
L’ordine degli Scorpeniformi comprende 36 famiglie di pesci predatori che conducono una vita bentonica, cioè legata al fondo. Spesso sono dotati di una colorazione criptica per mimetizzarsi tra le rocce. Quasi tutti marini, possiedono un capo corazzato, come i pesci rondine, pinne pettorali grandi e una bocca larga. Alcune specie, come gli scorfani, sono provviste di spine velenifere con le quali si difendono dagli aggressori
La famiglia Scorpenidi trae il proprio nome da un’antica radice greca che significa «scorpione», in riferimento alla capacità che questi pesci hanno di pungere l’aggressore con i raggi spinosi della pinna dorsale anteriore. Alla base di questi raggi sono presenti ghiandole velenose che producono sostanze neurotossiche. I rappresentanti più comuni e noti della famiglia sono lo scorfano nero (Scorpaena porcus) e lo scorfano rosso (Scorpaena scrofa), spesso venduti nei mercati ittici. Sono animali proverbiali per la loro bruttezza, tanto che il nome è entrato nel linguaggio comune. Gli Scorpenidi sono diffusi in quasi tutti i mari del mondo, ma sono particolarmente abbondanti in quelli tropicali.
Ancora più velenosi degli Scorpenidi sono i Sinanceidi, diffusi nella regione tra l’Oceano Indiano e l’Oceano Pacifico: sono i famosi pesci pietra (genere Synanceia), la cui puntura conduce alla morte un uomo adulto in poche ore. Sia gli scorfani sia i pesci pietra hanno un corpo massiccio e vivono nascosti tra gli scogli, attendendo il passaggio delle loro prede, granchi, gamberi e pesci. Le uniche eccezioni a questo stile di vita le troviamo nei pesci cobra o pesci leone (genere Pterois), Scorpenidi dell’Oceano Indiano e del Pacifico occidentale, che nuotano in continuazione, anche se lentamente. I pesci cobra hanno un aspetto inconfondibile a causa dei lunghissimi raggi delle pinne pettorali e dorsali e per la colorazione striata di rosso, caratteri che fanno pensare a farfalle marine. Invece sono pesci in grado di infliggere punture dolorosissime all’uomo, talvolta fatali nel caso di Pterois volitans.
Tra gli ingredienti tradizionali della zuppa di pesce mediterranea ci sono i capponi o gallinelle: sono infatti pesci poveri di carne e ricchi di spine ma molto gustosi. Si tratta di varie specie appartenenti ai generi Trigla, Eutrigla, Aspitrigla e Lepidotrigla, tutti caratterizzati dai primi tre raggi delle pinne pettorali liberi, cioè privi di membrana. Tale conformazione rappresenta un adattamento alla vita su fondali rocciosi poiché i capponi si agganciano agli scogli con questi raggi trasformati in uncini. La pinna dorsale anteriore è alta, con la base stretta, mentre la dorsale anteriore al contrario è decisamente bassa ma lunga. La testa è grande, corazzata di placche ossee, e i denti sono piccoli o assenti.
Uno degli Scorpeniformi più strani è il pesce rondine o rondine di mare (Dactylopterus volitans), unico rappresentante della famiglia Dattilotteridi nel Mediterraneo e nell’Atlantico. Questo pesce possiede due pinne pettorali estremamente grandi, con macchie blu più o meno espanse. Il capo è grosso, corazzato e di forma quadrangolare. Dal nome e dall’aspetto ci si aspetterebbe di vederlo volare; tuttavia molti ittiologi ritengono che sia incapace di spingersi fuori dell’acqua e planare a causa del suo peso (fino a 1,8 kg negli esemplari di 70÷80 cm). I Dattilotteridi vivono sui fondali sabbiosi che esplorano con i 5÷6 raggi anteriori liberi delle pinne pettorali, nutrendosi di Crostacei e Molluschi.
Rimane da chiedersi a che cosa servano queste pinne esagerate!
In mezzo a tanti Scorpeniformi marini, lo scazzone (Cottus gobio) rappresenta uno dei pochi casi di adattamento alla vita in acqua dolce. Si trova nelle acque correnti ossigenate e fresche, dove si confonde tra i sassi grazie al suo aspetto e al colore marrone. Le pinne pettorali sono di grandi dimensioni ma non come quelle della rondine di mare.