SCOLOPENDRA (dal gr. σκολόπενδρα, nome usato da Aristotele per questi Miriapodi)
Genere di Miriapodi Chilopodi caratterizzato dall'avere il tronco fornito, oltre che del segmento dei piedi mascellari e degli ultimi due genitale e anale, di 21 segmenti aventi ciascuno un paio di zampe ambulatorie (quelle dell'ultimo paio, dirette indietro, funzionano da zampe prensorie). Antenne per lo più di 17 a 21 articoli, raramente di un numero maggiore; occhi composti di 4 ocelli; piedi mascellari (figura 2, A) forniti al margine anteriore subcoxale di 2 lamelle dentate, nonché di processo subconico più o meno robusto all'angolo apicale interno del 1° articolo libero. Zampe con tarsi biarticolati, quelle dell'ultimo paio con le subcoxe fornite di numerosi pori microscopici e prolungate indietro più o meno a cono, col 1° articolo libero avente per lo più alcune spinette sulla faccia ventrale e dorsale o anche laterale e una sporgenza all'angolo apicale superiore interno. Stigmi in numero di 9 paia, situati ai lati dei segmenti pediferi 3°, 5°, 8°, 10°, 12°, 14°, 16°, 18°, 20°.
Del genere Scolopendra sono conosciute circa 40 specie, distribuite in tutte le regioni temperate e tropicali della Terra.
La specie più comune nei tropici è la Scolopendra morsitans L., che può raggiungere una lunghezza anche di 12 centimetri; la specie più grande, anch'essa molto diffusa nelle regioni tropicali, è la Scolopendra subspinipes Leach, che può arrivare a una lunghezza di 20 centimetri. Nelle regioni del Mediterraneo è comune la Scolopendra cingulata Latr., frequente anche nell'Italia continentale e insulare, e si distingue facilmente da altre due specie nostrane per la grandezza maggiore (lunga fino a circa 10 centimetri) e per avere due (non molte) spinette alla faccia inferiore del primo articolo libero delle zampe posteriori (fig. 2, B).
Vive sotto le pietre, si ciba di altri Artropodi e si riproduce al principio dell'estate. La femmina depone le uova in un mucchio, intorno al quale poi si dispone ad arco (figura 1, A) per proteggerle.
Tutte le Scolopendre hanno nei piedi mascellari una ghiandola, dalla quale viene emesso liquido velenoso nell'atto della morsicatura. Tale veleno può essere mortale per piccoli Artropodi, ma all'uomo (a meno che non abbiano luogo, con la puntura, infezioni di germi patogeni estranei) produce soltanto dolore locale e infiammazione più o meno estesa secondo la quantità del veleno e la stagione.