scolastichese
s. m. (iron.) Il linguaggio dell’istituzione scolastica, venato da tratti puristici e burocratici.
• Mantenendo in vita un improbabile «scolastichese», la scuola instilla l’idea di una doppia verità linguistica (la forma corretta è egli, anche se parlando si dice lui, e così via) che continua ad avere pessimi effetti sulla capacità di gestire con disinvoltura il testo scritto. (Giuseppe Antonelli, Sole 24 Ore, 30 agosto 2009, p. 26, Letture) • Daniela L. «No, prof, Daniela s’è ritirata». È questo, quasi sempre il periodo, dopo Natale, in cui i ragazzi gettano i remi in barca. Per settimane ho contattato alunni, docenti, assistenti sociali, giudici del Tribunale dei minori. Per capire le assenze, pardon, le inadempienze: così si chiamano nel linguaggio «scolastichese» ufficiale. Daniela L., mia alunna di quinto anno, la trovo a casa che, con la tv accesa, si barcamena fra aspirapolvere e scala su cui è arrampicata. Pulisce il lampadario della cucina. (Giancarlo Visitilli, Repubblica, 19 gennaio 2011, Bari, p. XI).
- Derivato dall’agg. scolastico con l’aggiunta del suffisso -ese.
- Già attestato nel Corriere della sera del 4 luglio 1987, p. 10 (Giorgio De Rienzo).