scola
In Pg XXXI 96, nella rappresentazione di Matelda che, procedendo nel fiume Lete a fior d'acqua (sovresso l'acqua) e traendo dietro a sé D., camminava lieve come scola. Il vocabolo è in genere inteso nel significato di " barchetta ", " gondola ", qual era precedentemente in Guittone (cfr. Contini, Poeti I 198; da scaula, veneto o ravennate; cfr. anche Parodi, Lingua 140).
Cfr. anche Benvenuto: " est... scola... genus navigii longum, leve, aptum ad bella navalia, et talis fuit haec mulier longa, levis, apta ad bella ": egli, con il Serravalle, è l'unico fra gli antichi ad adottare questa lezione. Il Buti legge spola (" istrumento da tessere che si gitta tra lo stame e va leggermente... e cusì lieve andava Matelda sovra l'acqua "), variante che, apparsa in codici fiorentini della sezione a, ma anche in qualche settentrionale, e ampiamente adottata in seguito, consentirebbe di ritenere che Matelda non " debba essere immersa anche lei " (Porena). Ma l'indicazione dei codici antichi è più favorevole a scola, e d'altronde questo termine può essere assunto anche con lo stesso valore di spola (o " navetta ") del telaio; si veda nei testi citati dal Petrocchi, ad l., cui si rinvia per l'intera questione.