scoassa
s. f. Immondizia, spazzatura, rifiuto.
• Le «scoasse»? Una miniera d’oro. Sul serio. E una volta tanto l’affare lo fanno i cittadini. Se Comune e Veritas, infatti, riescono a chiudere il cerchio della materia prima-secondaria entro poco tempo, c’è pure il rischio che la nostra bolletta della spazzatura abbia un ritocco verso il basso. […] Non è che adesso siamo bassi nel recupero dei materiali visto che ci attestiamo, nel comune di Venezia, sul 35 per cento. Vuol dire che, fatto 100 il totale delle «scoasse» che escono dalle nostre case, il 35 per cento finisce nelle campagne della raccolta differenziata. Non è male, ma bisogna arrivare al 65 per cento entro il 2012. (Maurizio Dianese, Gazzettino, 3 aprile 2011, p. XIV, Mestre) • I veneziani la chiamano l’isola de le scoasse, ovvero della spazzatura: Sacca di San Biagio è un isolotto artificiale che in passato ospitava una discarica con tanto d’inceneritore. Oggi è un triangolo di terra inquinata che affiora dall’acqua di fronte alla Marittima, dove approdano in laguna quei giganti del mare che scandalizzano il mondo. (Nicola Pellicani, Repubblica, 22 aprile 2014, p. 21, Cronaca) • Il ragazzino che [Edward] Carey aveva disegnato, Clod, venne messo a vivere in un mondo parallelo costruito di spazzatura, residui, oggetti inutili, resti obsoleti, avanzi, monnezza, scoasse e pessimi caratteri, in un ambiente fisico ‒ una vasta landa desolata sotto Londra, un incrocio visivo tra Escher e Piranesi ‒ e gli vennero messi accanto, come in ogni fiaba, amici e nemici: (Irene Bignardi, Repubblica, 15 marzo 2015, p. 34, R2 Cultura).
- Dal veneziano scoasa o scoassa.
- Già attestato nella Repubblica del 29 maggio 2009, p. 38, Commenti (Paolo Baruffaldi).