RIVA-ROCCI, Scipione
RIVA-ROCCI, Scipione. – Nacque ad Almese, in provincia di Torino, il 7 agosto 1863 da Pietro, medico condotto del paese, e da Petronilla Griffa.
Terminati gli studi liceali, fu ammesso al collegio delle Provincie e si laureò con ottimi voti in medicina e chirurgia all’Università di Torino nel 1888. Fu allievo interno e poi assistente nella clinica medica propedeutica diretta da Carlo Forlanini e nel 1894 ottenne la libera docenza in patologia speciale medica. Negli anni torinesi seguì l’indirizzo scientifico ‘iatromeccanico’ del maestro, dedicandosi a ricerche cliniche, in cui utilizzava anche metodologie e principi chimici e fisici.
Studiò approfonditamente la funzione respiratoria, ottenendo risultati a sostegno dell’utilizzo del nuovo pneumotorace artificiale ideato da Forlanini per il trattamento della tubercolosi polmonare (Contributo agli studi sulla natura del processo tisiogeno dei polmoni: nota preventiva, Milano 1890; La funzione respiratoria negli individui affetti da riduzione di area polmonare respirante, in Giornale internazionale delle scienze mediche, XII (1890), pp. 361-390, con G. Cavallero). La sua produzione scientifica del periodo torinese fu varia: oltre a un’ampia trattazione sulla febbre (Contributo allo studio del processo febbrile: ricerche sperimentali, Milano 1890, con G. Cavallero), tra il 1891 e il 1895 pubblicò, principalmente sulla Gazzetta medica di Torino, diversi lavori di interesse fisiopatologico e clinico riguardanti, per esempio, i problemi gastrici, il diabete, le malattie infettive, probabilmente anche influenzato dall’insegnamento di Angelo Mosso.
Nel 1896 mise a punto uno strumento destinato a diffondere il suo nome anche al di fuori del mondo medico: un nuovo modello di sfigmomanometro a mercurio, in grado di misurare la pressione arteriosa sistolica e diastolica tramite la compressione dell’arteria omerale con un bracciale pneumatico (Un nuovo sfigmomanometro, in Gazzetta medica di Torino, XLVII (1896), pp. 981-996, 1001-1007; La tecnica sfigmomanometrica, ibid., XLVIII (1897), pp. 161-172, 181-191). Lo strumento, frutto delle ricerche condotte con Forlanini e di un attento studio dei metodi impiegati all’epoca, permetteva di effettuare una misurazione della pressione precisa e indolore per il paziente. Fu subito apprezzato per la sua praticità d’uso e aprì la strada allo studio e al trattamento dell’ipertensione e delle malattie cardiovascolari, a cui contribuirono ben presto anche Forlanini e lo stesso Riva-Rocci (La pletora. Lezione clinica, in Gazzetta medica di Torino, XLVIII (1897), pp. 466-473; Per la misura della pressione arteriosa nell’uomo, ibid., L (1899), pp. 481-495). Nel 1901 Harvey Cushing, pioniere della neurochirurgia, apprezzò le funzionalità dello sfigmomanometro durante una visita nella clinica medica dell’ospedale S. Matteo di Pavia, dove Riva-Rocci si era trasferito nel 1898 per seguire Forlanini. Cushing intuì le potenzialità dello strumento per ridurre la mortalità in seguito all’anestesia, specialmente durante le operazioni di chirurgia intracranica e contribuì a diffondere Oltreoceano l’uso del nuovo strumento.
Riva-Rocci prestò servizio come libero docente presso l’Università di Pavia fino al 1924. Fu per due anni docente di patologia speciale medica e, nell’anno accademico 1899-1900, di farmacologia, materia medica e farmacia sperimentale. Fu poi libero docente di patologia speciale medica dimostrativa e di clinica medica. In questi anni portò avanti le ricerche sulla misurazione della pressione e altri lavori di interesse clinico più generale (Il ferro, Torino 1899; I progressi della diagnostica medica, Roma 1899; Saggio di climatologia medica, in Gazzetta medica di Torino, XLX (1899), pp. 421-429 e 441-451; Il morbo di Barlow, Pavia 1906). Dall’anno accademico 1906-07 gli fu inoltre affidato il nuovo insegnamento di pediatria e puericultura, che mantenne in qualità di professore incaricato fino al 1923-24. Tra il 1912 e il 1913 si occupò della realizzazione di una nuova clinica pediatrica nell’ospedale S. Matteo di Pavia della quale assunse poi la direzione.
Pubblicò alcuni articoli e trattati di argomento pediatrico (La malaria cronica nell’infanzia, Torino 1900; Le malattie minori dei bambini, Milano 1910; L’igiene della scuola. Conferenza inaugurale del corso di lezioni le basi biologiche della pedagogia, Varese 1912; La pediatria del medico condotto, Milano 1914; La sindrome occlusiva della appendice infantile, Pavia 1914; Una complicazione rara della polmonite crupale infantile, Pavia 1914; La fragilità vasale dell’infanzia. Ricerche e considerazioni, Varese 1919).
All’attività svolta a Pavia affiancò quella di clinico, come medico primario e direttore sanitario, all’ospedale civile di Varese, dal 1900 al 1928. Tra il 1908 e il 1910 progettò il nuovo ospedale seguendo le più moderne soluzioni costruttive. Si dedicò tenacemente alla lotta contro la tubercolosi: fu tra i primi sostenitori dell’efficacia della tubercolina e praticò migliaia di vaccinazioni con il ‘vaccino Maragliano’. Attratto dalle possibilità offerte dalla nascente radiologia, seguì in prima persona le campagne schermografiche nelle scuole ripetendo più volte gli esami nel corso dell’anno con l’aiuto dei primi apparecchi radioscopici portatili. Curò inoltre la progettazione di un padiglione sanatoriale annesso all’ospedale di Varese. Nel 1921 trattò alcuni casi di encefalite letargica di cui fece anche le autopsie, gli esami istologici e batteriologici.
Probabilmente in ospedale contrasse in prima persona questa terribile malattia che lo costrinse ben presto a lasciare ogni attività per ritirarsi a vita privata prima a Milano e poi a Rapallo, dove morì il 15 marzo 1937; fu sepolto nel cimitero di S. Michele di Pagana.
Fonti e Bibl.: Torino, Archivio storico dell’Università, Registro della carriera scolastica e Registro di laurea, ad nomen; Pavia, Archivio storico dell’Università, Fascicolo personale docente, ad nomen, f. 1372.
L. Belloni, S. R.-R. e il suo sfigmomanometro (1896), in Simposi clinici, X (1973), pp. 1-8; J.F. Fulton, Harvey Cushing, A biography, Springfield (Ill.) 1946, p. 212; L. Belloni, Gli inizi della sfigmomanometria clinica, in Symposium Ciba, III (1955), pp. 56 s.; L. Pontaccia, La vita e l’opera di S. R.-R., in Bollettino della Società medico-chirurgica della provincia di Varese, XIV (1959), pp. 7-21; E. Benassi, S. R.-R., in Minerva medica, LIV (1963), pp. 3766-3771; L. Belloni, R.-R., S., in Dictionary of scientific biography, XI, New York 1975, pp. 481 s.; A. Zanchetti - G. Mancia, The centenary of blood pressure measurement: a tribute to S. R.- R., in Journal of hypertension, XIV (1996), pp. 1-2; A. Argenteri, S. R.-R. e lo sfigmomanometro, in Giornale italiano di chirurgia vascolare, VII (2000), 1, pp. 65-80; A. Roguin, S. R.-R. and the men behind the mercury sphygmomanometer, in International journal of clinical practice, LX (2006), pp. 73-79.