ESTE, Scipione d'
Figlio di Ercole di Meliaduse (II), vescovo di Comacchio, nacque a Ferrara nel 1498. In gioventù s'applicò allo studio con profitto e, per la stima goduta presso la corte estense, gli furono assegnati incarichi di prestigio. Dopo la morte di Alfonso 1 fu ambasciatore del duca Ercole Il alla corte di Carlo V.
Nel 1538 fu nominato canonico della cattedrale di Ferrara. In seguito operò in qualità di segretario ducale per diversi anni alla corte pontificia. Il 5 luglio 1555 Paolo IV lo elesse vescovo di Casale nel Monferrato.
Preso possesso della carica il 21 sett. 1556, l'E. risiedette stabilmente nella diocesi, adoprandosi non poco per la riforma e la riorganizzazione della sua Chiesa. La sua zelante attività a favore della popolazione e del clero nei duri anni del conflitto franco-imperiale è testimoniata da numerose opere di beneficenza e di assistenza. Nel 1557, durante la campagna militare condotta dal maresciallo di Francia Ch. de Brissac, Casale dovette subire un lungo assedio da parte dell'esercito francese che, per meglio espugnarla, distrusse molte abitazioni civili e numerosi luoghi pii, compresi gli antichi conventi dei carmelitani e dei francescani. Al fine di favorire i religiosi dei due Ordini, l'E. provvide al trasferimento in città dei loro conventi, i primi presso la chiesa di S. Ilario di Poitier, i secondi nella chiesa di S. Antonio abate.
Esauritasi la cruenta parentesi della guerra, l'E. si dedicò al risanamento di numerose chiese parrocchiali del contado e a incrementare il reddito della mensa capitolare. Nel 1563 fece erigere un seminario a cui non mancò di aggregare importanti beneficì. Fu inoltre fedele ìnterprete dei dettami del concilio tridentino, al quale egli stesso prese parte, tra l'ottobre del 1561 e il giugno del 1562.
L'E. fu uno tra i rari vescovi, le cui diocesi ricadevano nel dominio temporale dei Gonzaga, a partecipare al concilio di Trento. Nelle sessioni in cui intervenne, dalla prima (gennaio 1562) alla quarta (giugno 1562). Sotto il pontificato di Pio IV, si schierò sempre su posizioni a metà strada tra i riformatori e i conservatori. Nell'aprile del 1562 prese parte al dibattito sulla residenza, dichiarandosi favorevole alla proposta secondo la quale era da ritenersi di diritto divino, senza tuttavia farsene acerrimo propugnatore. Nel 1564 figura tra i suffraganei dell'arcidiocesi milanese convocati dal cardinale Carlo Borromeo per l'indizione dei primo concilio provinciale.
Lo zelo con il quale prese parte ai lavori, cominciati nell'ottobre 1565, e l'obbedienza ai principi tridentini si evincono da una lettera inviata al duca Ercole II durante il sinodo: "Sono tredici giorni che Monsignor Illustrissimo Borromeo con il Cardinale Trani et il Cardinale di Vercelli con li vescovi obbligati a questo sinodo quali sono dodici in tutto siamo in congregatione dalla mattina a notte formando riforme rigorose li quali a volte pariano aspre ma però conformi alli Sacri Canoni et al Concilio Tridentino et la prima riforma e fatta sopra di noi vescovi" (Arch. di Stato di Modena, Archivio segreto Estense).
Sempre attento agli interessi della casata, l'E. alternò all'azione pastorale una non meno intensa attività diplomatica e d'informazione, testimoniata dalla corrispondenza con il duca Ercole II. Morì, il 15 luglio 1567, a Casale Monferrato (prov. di Alessandria) e non come scrisse l'Ughelli, e altri dopo di lui, a Sassuolo nel Modenese. Fu sepolto con gran concorso di popolo nel coro della cattedrale dì Casale. Pare lasciasse un figlio di nome Paolo, vivente a Ferrara.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto Estense, Carteggio tra principi estensi-Ramo ducale (Principi non regnanti), 154, Lettere di Scipione al duca Ercole II, b. 64; U. Fisso, Res Casalensium tristes ab anno MDLXIII ad MDLXIX anonymo coevo, in Boll. storico-bibliogr. subalp., XII (1907), 3, p. 225; Concilium Tridentinum, Diariorum, Actorum, Epistularium, Tractatum, a cura di S. Merkle, II, Friburgi Br. 1911, p. 359; III, ibid. 1931, p. 13, VIII, a cura di S. Ehses, ibid. 1930, pp. 161, 301, 319, 330 s., 440 s., 463 s., 474, 514 ss., 529, 533; A. Libanori, Ferrara d'oro imbrunito, Ferrara 1665, pp. 84 s .; V. De Conti, Notizie storiche della città di Casale Monferrato, V, Casale 1840, pp. 293, 296, 316 s., 479, 500; G. Antonelli, Cenni storici intorno ad alcuni canonici della cattedrale di Ferrara esaltati alla dignità vescovile, Ferrara 1845, p. 20; A. Frizzi, Memorie per la storia di Ferrara, III, Ferrara 1848, p. 27; IV, ibid. 1849, p. 364; E. Cattaneo, Il primo concilio provinciale milanese, in Atti del Convegno stor. intern., Il Concilio di Trento e la Riforma tridentina, I, Trento 1965, p. 230; G. v. Gulik-C. Eubel, Hierarchia catholica Medii Aevi, III, Monasterii 1923, p. 170.