BELLABONA (Bella Bona), Scipione
Nacque ad Avellino nel 1603. Entrato nell'Ordine dei minori conventuali, vi ottenne il titolo di baccelliere e, pur trascorrendo ad Avellino gran parte della sua vita, divenne superiore in vari conventi della provincia. Le scarse notizie biografiche sono compensate da copiose fonti intorno alla sua attività storico-letteraria. Nel 1643, infatti, egli diede alle stampe un'opera comprendente alcune vite di santi e Fantica storia di Avellino, nella quale aveva incluso alcune considerazioni sulle origini della vicina città di Atripalda e del monastero di Montevergine. Poiché le comunità dei due centri erano da tempo incontrasto con Avellino, l'una per contesa di antichità, Aaltra di giurisdizione, il libro del B. destò tale vespaio di proteste contro le opinioni dell'autore da indurre l'arcivescovo di Napoli a consegnare il tomo alle fiamme nel 1644. Non vinto dalle opposizioni, il B. ripubblicava a Trani nel 1656 la parte storica della medesima opera, avvalendosi dei permessi precedentemente concessigli, e annunciava già nell'introduzione altri due tomi, questa volta separati dal primo, su Avellino sacro e La Chiara, Luce: ma probabilmente nuove opposizioni e la morte gliene impedirono la pubblicazione.
Si è discusso a lungo, prima che fosse rinvenuta dal Pennetti una copia dell'edizione dei 1643, ora dispersa, sul contenuto di questa. Oggi sappiamo che il volume comprendeva una prima parte relativa alla "Vita di S. Modestino Vescovo e Compagni", dei SS. Martiri di Avellino e del vescovo Ruggero, e una seconda di Ragguagli della città di Avellino. Di questi ultimi esiste una copia nella Bibl. Naz. di Napoli (racc. Vill. C-350), senza frontespizio. L'edizione tranese comprende solo i Raguagli [sic] della città d'Avellino. Le vite dei santi sono invece rifluite in un manoscritto inedito (Bibl. Naz. Napoli, ms. x-d-22, e Archivio capitolare di Avellino), acui il B. dette il titolo di Avellino Sacro, e che fu utilizzato dal De Franchi per la sua Avellino illustrato da'santi, e da'santuari, Napoli 1709.
Dal confronto tra le due edizioni dei Ragguagli le differenze non appaiono determinanti. Il B. aggiunge solo nuove ragioni alle sue tesi, che erano state nel frattempo contraddette da scrittori di Atripalda e di Montevergine, correggendo errori e aumentando la parte documentaria. Del B. si ricorda ancora un Epigramma premesso a La gloriosa morte de' diciotto fanciulli Giustiniani (Avellino 1656) dell'abate Michele Giustiniani.
A una prima valutazione dei testi sembrerebbe di trovarsi in presenza di un semplice erudito locale, non sempre scrupoloso nell'uso delle fonti. Già il Soria e il D'Afflitto, alla fine del '700, facevano ampie riserve sulla sua ricostruzione della storia di Avellino: mentre, infatti, il periodo medievale di questa è desunto da fonti circostanziate e dalle opere della storiografia meridionale precedente, per il periodo romano il B. concede molto alla fantasia. Non si può, tuttavia, non rilevare che tra gli storici locali del sec. XVII egli occupa un posto onorevole, per la copia delle informazioni raccolte su di un terreno allora pressoché inesplorato. Per certi aspetti egli dimostra, se pure spinto dall'affetto per la sua città, intelligenza e senso critico. Un posto egli ha pure nel campo della storia ecclesiastica poiché, superando l'angusta visuale delle "vite" dei santi, riesce a concepire nell'Avellino Sacro un embrione dittoria della chiesa locale.
Il B. viveva ancora nel 1656.
Bibl.: G. I. Giordano, Croniche di Monte Vergine, Napoli 1649, passim; A. Mastrullo, Monte Vergine Sagro, Napoli 1663, passim; T. Almagiore [Biagio Altomari], Raccolta di varie notizie appartenenti alla storia napoletana, s.l. né d., p. 60; N. Toppi, Biblioteca napoletana, Napoli 1678, p. 280; G. Franchini, Bibliosofia, Modena 1693, pp. 545 s.; F. De Franchi, Avellino illustrato da'santi e da'santuari, Napoli 1709, pp. 197 s.; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, p. 633; S. Barberio, Dissertazione critico-storica del Tripaldo, Napoli 1780, pp. 17, 24; F. A. Soria, Mem. storico critiche degli storici napoletani, I, Napoli 1781, pp. 51 s.; L. Giustiniani, La biblioteca stor. e topografica del Regno di Napoli, Napoli 1793, p. 13; E. D'Afflitto, Mem. degli scrittori del Regno di Napoli, II, Napoli 1794, p. 86; G. V. Ciarlanti Mem. istoriche del Sannio, Campobasso 1823: III, 5, p. 152; S. Pionati, Ricerche sull'istoria di Avellino, Napoli 1828, pp. 114, 150; C. Minieri-Riccio, Mem. storiche degli scrittori nati nel Regno di Napoli, Napoli 1844, p. 388; Id., Notizie biogr. e bibl. degli scrittori napol. fioriti nel sec.XVII, II, Milano-Napoli 1877, p. 18; L. Amabile, Il Santo Officio della Inquisizione in Napoli, Città di Castello 1892, II, pp. 13 s.; App., pp. 27 s.; V. N. Testa, S. B. istoriografo avellinese. Studio storico-critico, Avellino 1895; V. Pennetti, Nota bibl. sulla prima edizione bruciata dei "Raguagli" di S. B. B., Napoli 1897; G. C. Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad scriptores trium ordinum S. Francisci, a Waddingo aliisve descriptos, III, Roma 1936, pp. 85 s.; D. E. Rhodes, The early bibliography of Southern Italy, in La Bibliofilia, LVII (1955), p. 37.