SCIONE (Σκιώνη, Sciōne)
Antica città greca della Penisola di Pallene (v.) della Calcidica, a oriente di Mende, presso alla costa tra il Capo Posidio e il Capo Canastreo, i cui resti vanno identificati verisimilmente con le rovine presso al metochi detto di H. Nikolaos. Fondata secondo la tradizione da Achei di Pellene dopo la distruzione di Troia, è nominata per la prima volta nella storia ellenica in occasione della spedizione di Serse, quando a Potidea, dopo il ritorno del re persiano, il generale di Scione, Timosseno tramava con Artabazo ai danni dei Greci. Dopo le guerre Persiane Scione fu membro della lega delio-attica, con un tributo annuo di 6 talenti. Durante la guerra del Peloponneso dopo i primi successi di Brasida entrò nell'alleanza spartana proprio due giorni prima dell'armistizio dell'aprile 423, esponendosi quindi al furore di Atene, intervenuta nell'estate del medesimo anno con 300 opliti in aiuto dell'assediata Mende, assediata a sua volta, e difesasi strenuamente con l'aiuto di una guarnigione spartana, resisteva ancora nel 422 all'arrivo di Cleone. Fu abbandonata agli Ateniesi dalla pace di Nicia, ed essi impadronitisene nell'estate del 421 selvaggiamente la devastarono, uccidendone tutti gli abitanti maschi, e vendendo schiavi bambini e donne. Il territorio della città fu dato ai profughi di Platea e la città pare abbia continuato a esistere a lungo in dominio di questi, senza però altre notevoli vicende.
E. Oberhummer, in Pauly-Wissowa, Real-Encyclopädie der klassischen Altertumswissenschaft, III A, col. 529 seg.