(o sciamanesimo) Fenomeno religioso presente largamente nel quadro delle civiltà d’interesse etnologico; fatti più o meno isolati di natura sciamanistica sono poi ravvisabili anche all’interno di orizzonti religiosi complessi: Cina (soprattutto nelle tradizioni taoiste), Tibet (Bon-po e lamaismo), India, Grecia antica, religioni di popoli indoeuropei convenzionalmente annoverati tra i ‘barbari’ (Sciti, Traci, Germani ecc.).
In senso stretto, lo s. s’incentra sulla figura di un individuo (sciamano) che nel contatto con potenze soprannaturali è dotato di particolari facoltà, prima fra tutte quella di ottenere l’estasi, facoltà che acquisisce e usa con un’esperienza personalissima e che solo in sede secondaria mette a profitto della comunità cui appartiene. Ciò, tuttavia, avviene permanentemente e costituisce il momento più vistoso della sua vita religiosa; per questo lo s. in senso stretto è un fenomeno religioso di natura mistica (➔) e il suo protagonista si distingue da tutte le figure di maghi, stregoni e guaritori, pur conservando ed esercitando prerogative proprie di questi ultimi; sul piano storico-culturale è caratteristico dell’Eurasia settentrionale, della restante Siberia, dell’Asia centrale e dell’America artica.
La formazione di uno sciamano si attua secondo un processo le cui linee elementari sono sostanzialmente simili ovunque: il futuro sciamano, di solito in età puberale, subisce una malattia grave, cade spontaneamente in stato di trance, ha visioni, allucinazioni e sogni estatici; talora si ha un mutamento profondo nel comportamento, per cui l’individuo si apparta e si abbandona alla meditazione; in tutti i casi ciò che segnala la ‘vocazione’ all’esercizio dello s. consiste in una ‘crisi’, in una ‘rottura’ che stacca il futuro sciamano dall’ordine profano dell’esistenza e lo mette traumaticamente in contatto con la sfera del sacro nella quale entra in rapporto con esseri sovrannaturali, esseri divini, antenati, spiriti, anime di sciamani defunti dai quali riceve i primi ragguagli circa l’attività sciamanica.
Il conseguimento della qualità di sciamano si ha quando colui che è soggetto a tali esperienze diviene operatore e padrone delle esperienze stesse, mutandosi, per così dire, da attore a regista: si dà luogo in tal modo all’esercizio e alla tecnica dell’estasi che è la sostanza dello s. perché permette a chi la possiede di volgere la propria opera in favore degli individui o delle comunità che ne hanno bisogno. Una delle funzioni più diffuse dello sciamano è di guarire l’ammalato: dagli spiriti, con cui entra in contatto, viene a sapere la causa della malattia e il modo di eliminarla; particolarmente, lo sciamano s’impegna nel raggiungere e ricondurre l’anima che ha abbandonato o sta abbandonando l’ammalato. Sempre in via secondaria nell’esperienza religiosa dello sciamano, la facoltà di comunicazione con le potenze superiori gli permette una serie di altre attività: così, egli individua i colpevoli, indica il luogo dove si trovano oggetti perduti ecc.
Ovunque, ma specialmente nelle regioni artiche, lo sciamano appare fornito di spiccata fantasia, notevoli capacità ipnotiche e illusionistiche, deve essere un abile ventriloquo e un profondo conoscitore della fauna e della flora del suo paese, nonché dei riti religiosi. In generale ogni individuo che ne senta la vocazione può diventare sciamano e questa professione non è di norma ereditaria, né riservata ai soli uomini; presso gli Inuit, per es., si sono avute rinomate donne-sciamano e i caratteri muliebri del costume sciamanico hanno fatto supporre che originariamente questa professione fosse esclusivamente esercitata dalle donne. In caso di trasmissione per via ereditaria questa ha luogo: da padre a figlio o, in caso di sciamano femminile, da madre a figlia; da nonno a nipote, ove il padre non possa sottrarsi alle cure della famiglia; da zio materno a nipote nelle società con sistema di discendenza matrilineare. In caso di vocazione spontanea, questa si manifesta con la crisi sopra descritta, che si può definire come la ‘chiamata’ dello sciamano: l’individuo è prescelto da uno spirito e questo fatto si manifesta in visioni, allucinazioni e squilibri mentali.
Un lungo tirocinio, solitario o sotto la guida di uno sciamano anziano, è necessario per apprendere l’arte sciamanica; l’iniziazione si compie con un rituale di morte-rinascita e con prove tecniche di capacità magica. Emblema dello sciamano è il tamburo, rotondo o ovale, composto da un telaio di legno su cui è stesa una sola pelle, da cui sovente pendono sonagli, campanellini ecc. Lo strumento costituisce il più importante accessorio della professione grazie al rumore che può sviluppare. A esso si accompagnano complicati costumi cerimoniali, diversi a seconda della regione, e spesso il travestimento con maschere o abiti femminili (o viceversa, nel caso di donne-sciamano) e fenomeni di vera e propria inversione sessuale, simulata o effettiva.