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SCHOLA CANTORUM

di Francesco FORNARI - Enciclopedia Italiana (1936)
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SCHOLA CANTORUM

Francesco FORNARI

. Sin dall'origine della liturgia romana si trovavano raccolti in apposito recinto detto schola cantorum i salmisti, o cantori, coloro cioè i quali intonavano la prima parte dei salmi cui seguiva poi il canto dei fedeli. Il recinto si trovava collocato sull'estremità della navata principale in prossimità, o a contatto, del santuario col quale poteva comunicare mediante una porta detta "santa". Il recinto era spesso sopraelevato rispetto al piano della navata, sempre, poi, circondato di chiusure o balaustre (plutei), di legno, di metallo o da veri muretti o da pilastrini fra cui erano interposte lastre di marmo scolpite con ornamenti simbolici o decorativi, alle volte anche musivi. Resti, sia pure limitati alle sole fondazioni, di schola cantorum, sono stati rinvenuti in parecchie basiliche antiche: delle romane si possono ricordare S. Clemente, Ss. Giovanni e Paolo, S. Saba, S. Maria in Cosmedin, S. Petronilla, S. Sebastiano fuori le Mura, S. Stefano in Via Latina; lontano da Roma, la basilica cimiteriale di Manastarine presso Solona. Non sempre il recinto era munito di sedili fissi per i cantori; infatti mentre i plutei che lo circondavano in S. Clemente erano scolpiti d'ambo le parti facendo escludere così la presenza di banchi, nella schola vista da Ugonio in Ss. Giovanni e Paolo esistevano invece i banchi. Altra questione controversa è se ai lati della schola si ergevano i due amboni, o pulpiti, per la lettura dell'Epistola e del Vangelo. Sta di fatto che nelle rovine della maggior parte delle antiche basiliche in cui è possibile intravedere le fondamenta del recinto dei cantori, non si trovano massi di fondazione che autorizzino a individuare l'esistenza degli amboni.

D'altra parte li troviamo invece addossati ai plutei della schola in S. Maria in Cosmedin e in S. Clemente, a Roma, come è riprodotto negli affreschi di Assisi: da ciò si può dedurre che l'uso dell'appoggio degli amboni è avvenuto piuttosto tardi e che è divenuto più frequente nel sec. XII. Una bella rappresentazione della schola si può ammirare in un musaico di S. Marco.

Oltre al significato di spazio destinato ai cantori, per schola cantorum si deve intendere anche il gruppo dei cantori stessi, generalmente fanciulli dotati di belle voci. Il canto, che fu parte integrante degli uffici liturgici fino dai tempi apostolici, dalla sua severità primitiva a poco a poco trascese in forme più libere degenerando in cori molli e melodie arbitrarie, sicché S. Gregorio Magno pensò di regolarne lo sviluppo e di riportare il canto ecclesiastico alle sue forme severe e liturgiche, fondando a tal uopo in Roma una scuola che dotò generosamente con terre e con due case, l'una presso il Vaticano e l'altra presso il Laterano, fatte costruire appositamente. Il reclutamento dei cantori avveniva fra i fanciulli delle scuole che avevano speciale disposizione per il canto. Dapprima semplici alunni, venivano poi nominati cubicularî della Camera pontificia (se appartenenti a famiglia nobile, la nomina veniva fatta immediatamente); coloro poi fra essi che se ne mostravano particolarmente degni e meritevoli, erano ammessi agli ordini minori che potevano assumere fino al suddiaconato. I cantori della scuola dipendevano da quattro suddiaconi parafonisti (primicerius, secundicerius, tertius, quartus); il primicerio era il vero direttore del coro e dell'insegnamento. Con tale schola cantorum perfettamente organizzata, poté S. Gregorio assicurare un'esecuzione conveniente dei salmi e degl'inni liturgici con voci scelte e coltivate.

Vedi anche
ambone Nella basilica cristiana, tribuna rialzata di alcuni gradini destinata ai canti o alla lettura dei testi sacri, oppure alla predicazione del vescovo. Talora se ne trovano due, per la lettura dell’Epistola e dell’Evangelium, disposti simmetricamente ai lati del presbiterio, davanti all’altare, e collegati ... coro architettura Nelle chiese occidentali, lo spazio destinato ai cantori e al clero durante le funzioni liturgiche; ne è parte integrante l’insieme dei sedili, in origine semplici banchi di marmo, in seguito stalli lignei formanti una struttura a volte molto grandiosa, che pure si designa col termine coro.  ● ... Vincent d' Indy Indy ‹ẽdì›, Vincent d'. - Musicista francese (Parigi 1851 - ivi 1931). Studiò specialmente con C. Franck. Fu tra i fondatori della Société nationale de musique e della Schola cantorum (presso la quale fu insegnante e in seguito direttore). Dalla sua vasta produzione emergono specialmente le opere teatrali ... Roma Città del Lazio, capitale della Repubblica Italiana; capoluogo di regione e di provincia (Comune di 1307,7 km2 con 2.718.768 ab. nel 2008). ● Il problema dell’etimologia del nome di Roma si era presentato già alla mente degli antichi, ma le soluzioni da essi offerte non reggono alla critica scientifica. ...
Vocabolario
schola cantorum
schola cantorum 〈skòla ...〉 locuz. lat. (propr. «luogo di riunione dei cantori»), usata in ital. come s. f. – Nelle antiche basiliche cristiane, lo spazio (in ital. coro) antistante all’altare, riservato ai cantori e delimitato da un recinto...
plùteo
pluteo plùteo s. m. [dal lat. pluteus o pluteum «riparo, spalliera»]. – 1. Antica macchina guerresca usata per riparare gli assedianti durante l’attacco: costituita di vimini intrecciati e ricoperti di cuoio, talvolta a forma di torre,...
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