SCHEDA e Schedario (fr. fiche; sp. papeleta bibliográfica; ted. Zettel; ingl. leaf)
Col termine di scheda si indica genericamente un cartoncino di più o meno ampie dimensioni, in bianco o con diciture a stampa, da usarsi per trascrivervi indicazioni di persone o cose con l'intento di disporne poi la serie in un razionale ordinamento per una facile e pronta consultazione (schedario). Nella sua accezione più propria il termine va riferito alle discipline bibliografiche; la scheda è infatti l'elemento base di ogni operazione bibliografica ed è inoltre il principale fattore costitutivo del catalogo (v.).
A seconda del loro uso le schede possono avere una maggiore o minore importanza e sono state quindi classificate in scheda principale e in schede aggiunte, e queste ultime suddivise in schede per soggetto, schede di spoglio, di richiamo, di rinvio. La scheda principale ha la funzione di descrivere gli elementi esteriori del libro nel modo più completo possibile, e deve contenere almeno cinque indicazioni essenziali: la parola d'ordine, che quasi sempre corrisponde al nome di un autore, e, in altri casi, viene stabilita in base a regole catalografiche; il titolo, corrispondente alla trascrizione della parte superiore del frontespizio (v.); le note tipografiche o editoriali, comprendenti il luogo e la data di pubblicazione, il nome dell'editore o del tipografo, o di entrambi; le note bibliografiche, comprendenti la successione delle edizioni, il numero dei volumi, il formato, il numero delle pagine, delle tavole, delle illustrazioni, ecc.; le note speciali, costituite da altre particolarità e caratteristiche del libro (legatura, edizione originale o numerata, ex-libris, ecc.), o da notizie aggiunte ad libitum per meglio identificare l'opera e il suo contenuto; le schede delle biblioteche devono avere inoltre la segnatura, costituita da un gruppo di cifre o lettere indicante la collocazione topografica del libro.
La scheda per soggetto, oltre alla descrizione essenziale del libro, porta l'indicazione dell'argomento definito o definibile trattato in esso, quindi per argomenti distinti, trattati in uno stesso libro, si compilano altrettante schede diverse.
È ovvio che il soggetto deve conformarsi al contenuto specifico del libro, ma la locuzione che lo indica va scelta anche indipendentemente dalle parole del titolo e sottotitolo, poiché serve a dare l'immediata conoscenza dell'argomento definito e non generico trattato nel libro: l'indicazione del soggetto va trascritta secondo l'uso comune nella parte superiore destra della scheda.
La scheda di spoglio ha la funzione di indicare singolarmente gli scritti contenuti in opere collettive, in miscellanee, in periodici, ecc., e viene compilata con i consueti dati essenziali, ma in aggiunta deve portare il riferimento alla parola d'ordine della scheda principale mediante la formula d'uso: "sta in", "sta con", o, semplicemente, "in". Le schede di richiamo e di rinvio sono sussidiarie e servono, la prima a collegare un'indicazione complementare di un'opera con l'indicazione principale, la seconda a rimandare da una forma di parola d'ordine a un'altra. Le schede che contengono particolari indicazioni sul contenuto del libro, o con descrizioni molto estese e minuziose, sono dette analitiche.
Elementi costitutivi del catalogo, le schede assumono pieno valore se raccolte e disposte in ordine logico e razionale, quasi sempre lessicografico rigoroso secondo i diversi alfabeti, e formano nel loro complesso i cosiddetti schedarî o cataloghi a schede. I due tipi di schede più adottati in Italia sono costituiti il primo da un cartoncino rettangolare alla cui base è un foro o un incavo entro cui passa un'asta di ferro che fissa le schede alle pareti della cassetta che le contiene; il secondo da schede di carta resistente, della misura unificata di cm. 25 × 12, che vengono riunite in volumetti fissandole a una robusta legatura mediante un pratico sistema di viti o di molle; ambedue i sistemi permettono di poter inserire in qualunque momento nuove schede rispettando l'ordine esistente ed evitando dispersioni o spostamenti arbitrarî delle schede.
Col nome di schedario s'indica anche il mobile dove si conservano le cassette o i volumetti di schede. Ne esistono in commercio di svariatissime forme, sia di legno, sia di ferro; oggi vengono preferiti gli schedarî costruiti in ferro per la maggiore solidità che presentano e anche perché offrono maggiore protezione contro gl'incendî.
La compilazione delle schede richiede la conoscenza di apposite norme che fanno parte dell'insegnamento bibliologico, tanto più precise quando si tratti di descrivere non soltanto i libri moderni ma i manoscritti, gl'incunabuli, o opere di particolare importanza e rarità. I criterî empirici seguiti fino a un tempo non lontano hanno dato luogo ai più gravi inconvenienti specialmente per quanto riguarda la schedatura dei libri delle biblioteche pubbliche. Ne è derivata la necessità di uniformare le regole di catalogazione che si riferiscono nella massima parte all'esatta e razionale compilazione delle schede, e molte nazioni vi hanno provveduto basandosi soprattutto su due sistemi: l'anglo-americano (1907) e il prussiano (1899). Non sono mancati tentativi e proposte per arrivare alla codificazione in un unico corpus internazionale del complesso delle regole che presiedono alla schedatura, partendo fondamentalmente dalla proposta fatta la prima volta da M. C. J. Hanson alla Conferenza internazionale di bibliografia, tenuta a Bruxelles nel 1908, ma senza giungere finora a nessun risultato pratico.
Per l'Italia la codificazione risale al 1921 e fu resa esecutiva per tutte le biblioteche pubbliche governative con decreto ministeriale in data 11 giugno 1921. Essa è basata sulle regole anglo-americane ed è oggi seguita da quasi tutte le biblioteche pubbliche italiane anche non governative (Regole per la compilazione del catalogo alfabetico, Roma 1922; rist., ivi 1932).
Uno dei migliori tentativi di dare un corpus internazionale di regole per la schedatura dei libri è senza dubbio costituito dall'opera Norme per il catalogo degli stampati (Città del Vaticano 1931), attualmente seguita dalla Biblioteca Vaticana per il grande schedario generale in corso.
Bibl.: M. C. J. Hanson, The cataloging situation, in Proceedings of the Catalog Section, Chicago 1929, pp. 19-29; Association d. bibliothécaires français, Règles gén. proposées pour la rédaction des catalogues en vue de leur unification, Parigi 1929; U. Leo, Alphabetischer Katalog und preuss. Instruktion, in Zentralblatt f. Bibliothekswesen, XLVII (1930), pp. 11-129; Z. Tobolka, Projet d'un code international de règles catalographiques, in Atti I Congresso mondiale d. Biblioteche e di bibliografia, II (1931), pp. 121-152 (con bibl.); N. Santovito-Vichi, Di un codice di regole internazionali, ecc. ibid., II (1931), pp. 153-59; L. Ferrari, Il catalogo a soggetto: quesiti ed esperienze, in Accademie e biblioteche d'Italia, VI (1032-33), pp. 446-54; R. Kaiser, Die Katalogisierung, in Handbuch der Bibliothekswissenchaft, II, Lipsia 1933, pp. 253-61 (con bibl. riguardante le singole nazioni).