SCENEGGIATURA
Nella cinematografia è la fase della stesura scritta del film, la quale ne disegna l'ossatura, le componenti principali e le articolazioni, ed è applicabile nella fiction e in svolgimenti a impronta descrittivo-documentaristica, sebbene qui si osservino più elastiche regole di composizione. Alla fase della s. si giunge per gradi attraverso un ampliamento del soggetto − il treatment, o scenario letterario − che allinea gli avvenimenti nel loro succedersi e tratteggia i personaggi, le atmosfere, i gesti, gli ambienti. Destinata a favorire il passaggio di un ordito narrativo da una forma ancora prevalentemente letteraria alla scrittura cinematografica, nasce dalla doppia esigenza di progettare la scala narrativa del film e predisporre un canovaccio, più o meno particolareggiato, che permetta di organizzare le riprese e la lavorazione in un ordine che di solito non corrisponde a quello dell'azione drammatica così come sarà percepita dal pubblico. Ignorata agli albori del cinema, o tutt'al più stesa sommariamente, a mano a mano la s. ha acquistato un'importanza primaria, e alla sua elaborazione provvedono, oltre ai registi, esperti provenienti dal giornalismo, romanzieri, drammaturghi, umoristi. Salvo esempi isolati, però, non saranno né la letteratura né il teatro a fornire i talenti più adatti alla bisogna e nel corso degli anni si è venuta formando una leva di scrittori attenti alle peculiarità del racconto visivo. Accade di rado che autore di una s. sia una sola persona. Sia nei sistemi produttivi più evoluti, sia laddove sopravvive tuttora un pervicace artigianato è invalsa l'abitudine di radunare più ingegni attorno all'enucleazione di un testo e il concorso dei vari elementi è stabilito in rapporto alle competenze di ciascuno, all'abilità nell'imbastire dialoghi, alla fantasia nell'escogitare situazioni, all'estrosità nell'ideazione delle trovate, alla padronanza del tema.
È questo un modo di razionalizzare il lavoro, che non ha impedito tra registi e sceneggiatori il formarsi di binomi e di sodalizi proficui ai fini degli esiti artistici (ricordiamo i tandem M. Carné-J. Prévert, F. Capra-R. Riskin, J. Ford-D. Nichols, V. De Sica-C. Zavattini, B. Wilder-C. Brackett, M. Ferreri-L. Ascona, L. Buñuel-J.C. Carrière) e non ha escluso l'eventualità che a firmare la s. dei film sia unicamente il regista stesso (C. Chaplin, E. Stroheim, R. Clair, V. Pudovkin, J. Vigo, J. Tati, P.P. Pasolini, I. Bergman, J.-L. Godard, E. Rohmer). Presto sono entrate in conflitto due metodologie, una delle quali prescriveva che nel copione cinematografico fossero puntualizzati i dettagli tecnici della ripresa (angolazioni, spostamenti della macchina da presa, impiego degli obiettivi, effetti di luce, ecc.), mentre l'altra limitava la previsione a un canovaccio vagamente indicativo, da definire e riempire in fase esecutiva, a contatto diretto con gli attori e il paesaggio. Attualmente la tendenza dominante è quella di raggruppare in sequenze i materiali narrativi, demandando alla regia ogni incombenza in fatto di visualizzazione. Circa la natura della drammaturgia cinematografica, nel secondo dopoguerra si è aperto un dibattito, principalmente ma non soltanto in URSS, che ha finito per riconoscere alla s., in linea di principio, un valore letterario autonomo, attribuendole lo statuto di un genere tra i più disparati. Acutamente Pasolini, nel decennio Sessanta, ne ha individuato il carattere ibrido e parimenti stimolante, in quanto costruzione concepita secondo codici letterari, ma avente in nuce quelli cinematografici e quindi configurandosi come una struttura che rinvia a un'altra.
Bibl.: U. Barbaro, Film, soggetto e sceneggiatura, Roma 1939; J.H. Lawson, Teoria e tecnica della sceneggiatura, ivi 1951; V. Pudovkin, La sceneggiatura, in AA.VV., La settima arte, ivi 1961; G. Muscio, Scrivere il film, ivi 1981; P.P. Pasolini, La sceneggiatura come struttura che vuol essere altra struttura, in Empirismo eretico, Milano 1972; C. Balzano, Testo e cinema, Firenze 1989; S. Field, La sceneggiatura. Il film sulla carta, Milano 1991; L. Battistrada, M. Felisatti, Corso di sceneggiatura, Firenze 1993.