scat Forma jazzistica di canto, intonato su sillabe prive di senso, scelte solo per gusto ritmico e fonico. Già in uso nella musica popolare, fu introdotto nel jazz da L. Armstrong e fu usato sia nell’improvvisazione sia in vere e proprie composizioni (per es., Ool-Ya-Koo di D. Gillespie).
scat
〈skät〉 s. ingl. [prob. dal v. (to) scatter «sparpagliare, frammentare»], usato in ital. al masch. o in funzione appositiva. – Tipica forma jazzistica di canto, in cui alle parole del motivo il cantante sostituisce, spesso improvvisando,...
scato-
[dal gr. σκῶρ σκατός «sterco, escremento»; come primo elemento σκατο-]. – Primo elemento di poche parole composte della lingua dotta e della terminologia scientifica, italiana e latina, con il sign. di «sterco, escremento».