scandidarsi
v. intr. pron. Ritirare o far venire meno la propria candidatura.
• [Duccio] Campagnoli parla di «ridda sorprendente sulle primarie», si dice «stupito di chi non essendo candidato si “scandida” e di chi già annuncia la sua squadra» (lo ha fatto lunedì il docente dell’Alma Mater Gian Mario Anselmi, ndr). (Adriana Comaschi, Unità, 30 giugno 2010, Bologna, p. II) • L’epicentro del sisma è localizzato nel Pdl ma l’onda lunga arriva ai confini del centrodestra tutto. E da Roma passa a Milano giungendo nella Bergamasca. Oggi Silvio Berlusconi si candida e si scandida, Gabriele Albertini in Lombardia auspica una coalizione con i moderati, allargata ai lumbard con parecchi se e molti ma, mentre le frizioni fra ala laica e ciellina di coloro che un tempo si chiamavano berluscones sono diventate devastanti. (A. G., Corriere della sera, 2 novembre 2012, p. 3, Primo Piano) • dopo una telefonata chiarificatrice tra i due, il nome dell’ex assessore alla Cultura della giunta Formentini degli anni Novanta è scomparso. «Ha fatto tutto da solo. Si è prima candidato e poi scandidato» ha tagliato corto [Stefano] Parisi a margine della convention al teatro Parenti, alla presenza dei quarantotto candidati della sua lista civica. (Andrea Montanari, Repubblica, 17 aprile 2016, Milano, p. VI).
- Derivato dal v. intr. pron. candidarsi con l’aggiunta del prefisso s-.
- Già attestato nella Stampa dell’11 gennaio 1992, p. 31, Torino Cronaca (Giampiero Paviolo).