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SCALPELLO

di Manlio ORERZINER - Michele GUERRISI - - Enciclopedia Italiana (1936)
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SCALPELLO (fr. ciseau; sp. escoplo; ted. Meissel; ingl. chisel)

Manlio ORERZINER
Michele GUERRISI

Utensile da taglio usato nella lavorazione a mano dei metalli, legnami, pietre, ecc. Lavora asportando una parte del materiale sotto l'azione di una pressione assiale esercitata sull'utensile.

È costituito di acciaio trattato termicamente (tempera, rinvenimento) nella zona interessata al taglio, perché questa acquisti le proprietà meccaniche più convenienti (durezza accompagnata da buona resilienza). La forma costruttiva è in relazione al materiale lavorato e alla particolare lavorazione cui l'utensile è destinato.

Per la lavorazione dei metalli la forma più comune è quella indicata dalla fig. 1 a. In questo caso l'utensile si ricava per forgiatura da una barretta di acciaio e dopo trattamento viene affilato lungo le faccette di arrotatura. L'angolo costruttivo suole farsi tanto maggiore quanto più grande è la resistenza offerta dal materiale lavorato. Così, per es., per lavorare il rame si usa β = 50° ÷ 55°, per il ferro e l'acciaio βγ = 6°; per la ghisa e il bronzo β = 65° ÷ 70°.

Per impedire che il pezzo lavorato venga scalfito durante la lavorazione e diminuire l'ampiezza della zona dello spigolo di taglio interessata, detto spigolo si suole sagomare ad arco di cerchio di grande raggio. Durante il taglio lo scalpello deve essere appostato nel materiale secondo le indicazioni della fig. 1 b.

Per l'esecuzione di scanalature ristrette e profonde si usa l'ugnetto (fig. 1 c), nel quale si sopperisce alla minore larghezza della sezione resistente con un maggiore spessore. Gli scalpelli della fig. 2 sono adoperati nell'esecuzione di superficie curve o di scanalature a sezione determinata. Per lavori di sgrossatura, sbavatura dei getti grezzi di fusione, ecc., si adoperano spesso scalpelli comandati da martelli ad aria compressa o elettrici.

Le forme più comuni degli scalpelli destinati alla lavorazione del legno sono rappresentate dalla fig. 3 a. Questi scalpelli hanno una sola faccetta di arrotatura e l'angolo β assume per essi valori di 20° ÷ 30°.

Mentre lo scalpello propriamentedetto è destinato a tagliare il legno nel senso parallelo alle fibre, per l'esecuzione di cavità strette e profonde e per recidere il legno normalmente alle fibre viene usato il pedano (fig. 3 b) con β fino a 45°. Scalpelli di forma particolare sono le sgurbie (fig. 3 c, d), con linea di taglio curvilinea la cui affilatura si esegue dalla parte convessa.

Di forma e dimensioni svariatissime, in relazione al lavoro che debbono compiere, sono gli scalpelli da intagliatori e scultori. La fig. 4 riproduce una serie di scalpelli adoperati nella lavorazione della pietra.

Scultura. - Gli scultori adoperano diversi strumenti d'acciaio per lavorare la pietra e il marmo. La mazza ha forma di pesante e grosso martello a sezione quadrangolare: essa serve per dare al blocco di marmo o di pietra la prima sgrossatura, per far saltare i varî scheggioni secondo il verso stesso della stratificazione della materia. La bocciarda è un altro tipo di martello che serve per dare una superficie ruvida, granulosa; essa sgretola la pietra a seconda della grana che si vuole ottenere. La subbia è uno scalpello a sezione quadrilatera e che finisce in una quasi piramide quadrangolare, i cui lati vanno incurvandosi lievemente verso la punta. Essa, adoperata sotto l'urto del mazzuolo di ferro, incide il marmo e ne fa saltare le schegge. La gradina è uno scalpello dentato che serve per lavorare più nel senso del piano che della profondità. Con la gradina si ottiene una superficie a striature, a solchi paralleli. L'incrocio dei varî solchi ottenuti con la gradina dà una superficie variata e di bell'effetto.

Altri tipi di scalpelli sono quelli a punta e a tagli molto sottili, che servono per ottenere la superficie più piana, a polire, a levigare la pietra. Tra questi ha forma particolare l'ugnetto, scalpello con la punta tondeggiante, molto utile per lavorare entro le parti più profonde, nei sottosquadri.

Dove non è possibile l'azione degli scalpelli, perché l'urto del mazzuolo potrebbe far saltare le parti già fatte, si procede con il trapano e con il violino, strumenti la cui azione perforatrice e livellatrice è animata da un movimento di rotazione e non dal picchiare del mazzuolo.

Quasi tutti i tipi di scalpelli possono essere messi in azione da sistemi elettrici e pneumatici.

Vedi anche
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    Utensile impiegato nella lavorazione dei metalli, delle pietre, dei marmi, del legno ecc., per l’asportazione di bave o di imperfezioni superficiali; è usato anche per il taglio di barre e di lamiere. Gli s. usati per la lavorazione dei legnami sono costituiti da una robusta barra d’acciaio di sezione ...
Vocabolario
scalpèllo
scalpello scalpèllo (pop. scarpèllo) s. m. [lat. scalpellum, propr. «coltello chirurgico», dim. di scalprum (der. di scalpĕre «intagliare, incidere»)]. – 1. a. Utensile impiegato nella lavorazione dei metalli, delle pietre, dei marmi, del...
scalpellare
scalpellare (pop. scarpellare) v. tr. [dal lat. tardo scalpellare, der. di scalpellum «scalpello»] (io scalpèllo, ecc.). – 1. Lavorare con lo scalpello pietre, legni, metalli, ecc. per sgrossarli, intagliarli o asportarne una parte: s....
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