SCALDAMANI
. Globi di metallo (rame, bronzo, ottone, stagno, argento) formati di due calotte emisferiche, delle quali una contiene due o più cerchi mobili, concentrici, imperniati in modo da mantenere costantemente in posizione orizzontale un corpo centrale intorno a cui essi girano. Il corpo centrale era costituito o da una coppetta in cui si metteva del fuoco (probabilmente di carbone di legna) o da una sfera di ferro o di rame arroventata.
Erano usati dai sacerdoti durante la celebrazione della messa, per evitare l'intirizzimento delle dita nelle rigide mattinate invernali: se ne trovano anche montati su piedi, in modo da potere esser tenuti sull'altare, o muniti di una catenella, con la quale potevano essere appesi. Le menzioni che se ne trovano soprattutto negl'inventarî medievali relativamente frequenti (lat. calefactoria o pilae calefactoriae, fr. chaufferettes, ingl. chafing balls), e l'assenza di emblemi religiosi in taluni degli esemplari conosciuti provano che essi non erano usati soltanto dai sacerdoti, ma anche dai fedeli laici e, con ogni probabilità, anche fuori delle chiese. Li troviamo infatti ricordati in inventarî ecclesiastici dal sec. XII al XVIII (York, Lione, Sens) e in inventarî profani dei secoli XIV e XV (di Carlo V e Carlo VI di Francia, del duca di Berry, dei duchi di Borgogna, di Enrico v d'Inghilterra). Anche Villard de Honnecourt (secolo XIII) li illustra nel suo Livre de portraiture. Le calotte esteriori erano di solito traforate a disegno di figure o di fogliami cesellati in rilievo, o talvolta anche a superficie unita, decorata di incisioni e, più raramente, di smalti. Non mancano però anche esempi di foggie diverse. Fra i più antichi degli esemplari conosciuti sono quelli del Museo cristiano Vaticano (sec. XIII, in rame dorato), e del Museo del Bargello a Firenze (frammentario, pure in rame dorato, di arte italiana) che ne possiede anche uno analogo con decorazione di motivi profani, del sec. XV, e varî in bronzo ageminato, di tipo orientale ma forse di fattura veneziana, dei secoli XV e XVI; esempî di arte tedesca e italiana dello stesso periodo sono anche a Londra nel British Museum; uno di ottone sbalzato, del sec. XVI, è a Parigi nel Museo di Cluny. Nel periodo barocco se ne fecero in Germania di stagno, a forma di libri di preghiere, con borchie e fermagli riccamente ornati.
Bibl.: E. Viollet-le-Duc, Dict. raisonné de l'architecture française du XIe au XVIe siècle, II, Parigi 1875, pp. 67-69; M. De laborde, Notice des émaux du Musée du Louvre, II, ivi 1853, pp. 265 e 456; V. Gay, Glossaire archéol. du Moyen Âge et de la Renaissance, ivi 1887 (s. v. Chaufferettes); G. Lehnert, Illustrierte Geschichte des Kunstgewerbes, II, Berlino s. a., p. 70; British Museum, Guide to mediaeval Antiquities, Londra 1924, p. 112.