scaccatuzzo
Il diminutivo compare in Rime dubbie VI 6 tu ti vestisti d'una uzza, / ch'era vergata d'uno scaccatuzzo, come sostantivo significante " panno disegnato a scacchi ".
Di solito ‛ scaccato ' compare nel linguaggio del tempo come aggettivo riferito a ‛ panno ' ed è spesso, come qui, unito a ‛ vergato ' (propriamente ‛ listato ', ma anche ‛ variegato '): ad es. in F. Sacchetti Trecentonovelle LXXX " il dipintore che gli dipinse... fece loro le calze vergate e scaccate ".
Com'è noto, tutti i versi del sonetto terminano con la rima -uzza e -uzzo (quasi sempre suffissali). Che l'uso di questi diminutivi burleschi sia modellato sull'esempio di G. Cavalcanti Guata, Manetto, quella scrignutuzza, è confermato dall'analogia tra il v. 5 " Or s'ella fosse vestita d'un'uzza " di quel componimento e la locuzione dantesca.