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SAVOIA VAUD, Ludovico II di

di Bernard Andenmatten - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 91 (2018)
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SAVOIA VAUD, Ludovico

Bernard Andenmatten

II di. – Verosimilmente, nacque in località imprecisata poco dopo il 1283 (data del matrimonio dei genitori, Ludovico I di Savoia Vaud e Giovanna di Montfort, figlia di Filippo II di Montfort e vedova di Guido VI conte di Forez e barone di Beaujeu); certamente prima del 1293, quando è menzionato nel testamento della madre. Era nipote di Amedeo V conte di Savoia.

Nel 1302 Ludovico II successe al padre nel governo dei territori di Vaud e Bugey, e inizialmente ne proseguì la politica, mostrando le sue ambizioni principesche e contestando gli accordi stipulati per la successione del conte Filippo di Savoia (morto nel 1285), a seguito dei quali era stata attribuita a Ludovico I solo una parte dell’eredità sabauda. Soltanto nel 1321 egli giunse a un accordo definitivo con Amedeo V.

A compenso della definitiva rinuncia a una divisione in parti eguali della contea, e del riconoscimento della dipendenza feudale del Vaud e del territorio di Bugey dai conti di Savoia, Ludovico II ottenne consistenti risarcimenti finanziari.

Con un’accorta scelta aveva sposato nel 1309 Isabella figlia di Giovanni di Chalon, signore di Arlay, appartenente a una grande famiglia della Franca Contea; da lei ebbe due figli, Giovanni I (morto nel 1339) e Caterina (morta nel 1388). Anche le scelte matrimoniali predisposte per costoro, così come per le sorelle, furono assai attente, e fruttarono diverse alleanze con la nobiltà della Franca Contea, a prova della volontà di Ludovico II di stabilizzare i confini nordoccidentali dei suoi dominii.

Nella prima metà del Trecento, Ludovico II giocò un ruolo di primo piano nella politica italiana dei Savoia, a fianco dello zio Amedeo V, e successivamente dei cugini Edoardo e Aimone. In occasione della spedizione italiana di Enrico VII di Lussemburgo fu infatti designato vicario imperiale per la Toscana (primavera 1310), e nel corso dello stesso anno fu nominato senatore di Roma da Clemente V. A Roma, in particolare, riuscì in un primo tempo a pacificare le fazioni aristocratiche in conflitto; nella primavera del 1311 consolidò poi il potere di Roma nel Lazio settentrionale, assoggettando Magliano Sabina e contrastando le pretese del Comune di Sutri di eleggersi il podestà. Nel giugno del 1311 Ludovico II si allontanò da Roma per partecipare, con Enrico VII, all’assedio di Brescia; ma il suo allontanamento lasciò libero il campo al partito angioino, capeggiato dagli Orsini, e nel febbraio del 1312 un’assemblea ostile a Enrico VII, riunita in Campidoglio, istruì un processo contro di lui e lo depose. Nei mesi successivi inoltre Pietro di Savoia, suo fratello, fu ucciso nella guerriglia urbana che precedette l’incoronazione di Enrico VII (avvenuta il 29 giugno 1312 in S. Giovanni in Laterano, in un clima di violenza e intimidazione). Ludovico II pertanto abbandonò definitivamente la carica senatoriale, lasciò Roma al seguito di Enrico VII e di Amedeo V e se ne ritornò nel Vaud.

Negli anni successivi, Ludovico II attese a consolidare la propria autorità, avocando a sé i diritti signorili dei monasteri situati nelle sue terre; inoltre sviluppò le relazione feudo-vassallatiche ottenendo l’omaggio da parte di numerosi signori del Vaud e del Bugey; di ciò resta testimonianza nei diversi cartulari da lui fatti compilare. L’omaggio generale che prestò ad Amedeo V, nel 1321, enumera una sessantina di feudi; questo sviluppo della rete feudale e burocratica ebbe ricadute anche sulle castellanie di Ludovico II, gestite direttamente dai suoi castellani, ai quali impose la redazione di ricognizioni fondiarie. Infine, arginò le ambizioni dei vescovi di Losanna, Ginevra e Belley, mediante accordi di sovranità generalmente a suo favore. Verso il 1325 egli era riuscito a imporre il suo profilo di principe territoriale su una parte cospicua dell’attuale Svizzera francese.

Attorno al 1330 Ludovico II ricomparve sulla scena italiana. Sua figlia Caterina sposò infatti, il 10 ottobre 1330, Azzone Visconti signore di Milano; e nello stesso anno Ludovico partecipò alla spedizione in Italia di Giovanni di Lussemburgo, re di Boemia, figlio di Enrico VII. Fu a Ludovico II che il re, costretto a rientrare in Germania, affidò il compito di aiutare suo figlio Carlo, il futuro imperatore Carlo IV di Lussemburgo. Ma questo sostegno fu di breve durata: probabilmente per non entrare in conflitto con Azzone, divenuto ostile alle ambizioni di re Giovanni, Ludovico II abbandonò l’Italia e rientrò in Savoia verso la fine del 1332, provocando l’amarezza e il cruccio di Carlo, come testimoniato dalla sua autobiografia.

Nell’ultima fase della vita, Ludovico II si orientò verso la corte francese, nella quale coprì cariche importanti, amministrative (fu sovrintendente maggiore della camera dei conti di Filippo VI) e militari. Prese parte infatti a numerosi fatti bellici del primo periodo della guerra dei Cent’anni nel Limosino, nel territorio di Angoulême e in Piccardia; in particolare combatté a Crécy, nel 1346. Inoltre, dopo la morte in battaglia (a Laupen, presso Berna, nel 1339) dell’unico figlio maschio, Giovanni I, Ludovico II istituì erede la figlia Caterina che – rimasta vedova nel 1340 – sposò subito, in seconde nozze, Raoul di Brienne, conestabile di Francia, in ossequio ai nuovi obiettivi politici del padre, ormai spostati verso la Corona francese.

Alla morte del conte Aimone di Savoia (1343), Ludovico II divenne tutore del giovane Amedeo VI, governando di fatto la contea e contribuendo in modo significativo allo sviluppo di importanti uffici amministrativi dello Stato sabaudo, come la Camera dei conti e la Cancelleria.

Morì nel gennaio del 1349, probabilmente nel suo castello di Romont (nel cantone di Friburgo, in Svizzera), e fu sepolto nell’abbazia cistercense di Hautecombe (nella Savoia francese), divenuta il sacrario dei Savoia.

A lui succedette la figlia Caterina, che governò poi il Vaud con il terzo marito, Guglielmo I conte di Namur, da lei sposato nel 1352. Nel 1359 essi cedettero la sovranità ad Amedeo VI di Savoia, che reintegrò diritti e beni del Vaud nel complesso del patrimonio comitale, ponendo così fine a questo ramo cadetto dei Savoia Vaud.

Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Torino, Archivio di corte, Storia della real Casa, Testamenti, Matrimonii; Paesi, Baronnie de Vaud; MGH, Constitutiones et acta publica imperatorum et regum, III-IV, 1-2, a cura di I. Schwalm, Hannoverae-Lipsiae 1904-1906, ad indicem.

S. Guichenon, Histoire généalogique de la royale Maison de Savoye, Lyon 1660, Turin 1782; P. Egidi, Carta di rappresaglia concessa da Luigi di Savoia senatore di Roma, in Archivio della Società romana di storia patria, XXVI (1903), pp. 471-484; F. Gabotto, Asti e la politica sabauda in Italia al tempo di Guglielmo Ventura secondo nuovi documenti, Pinerolo 1903; C.A. Gerbaix de Sonnaz, Mémoire historique sur Louis II de Savoie, sire de Vaud, sénateur de Rome (1310-1312) de 1275 à 1349, in Mémoires de l’Académie de Savoie, V (1908), 1, pp. 1-136; J. Cordey, Les comtes de Savoie et les rois de France pendant la guerre de Cent Ans, Paris 1911; G. Falco, La deposizione di Luigi di Savoia senatore di Roma, in Archivio della Società romana di storia patria, XXXIV (1911), pp. 465-492; C. Dumontel, L’Impresa italiana di Giovanni di Lussemburgo re di Boemia, Torino 1952, pp. 55 s.; W.M. Bowsky, Henri VII in Italy. The conflict of Empire and City-State, 1310-1313, Lincoln (Nebr.) 1960; O. Dessemontet, Le testament de Jeanne de Montfort dame de Vaud, in Nouvelles pages d’histoire vaudoise, Lausanne 1967, pp. 45-61; C.M. Small, An episode at Sutri in the patrimony of St-Peter: Louis of Savoy and the constitutional position of the pope in Rome (1311), in Archivium historiae pontificiae, XIX (1981), pp. 309-315; Il Viaggio di Enrico VII in Italia, a cura di M. Tosti-Croce, Città di Castello 1993; M. Dhénin, Une monnaie de Louis II de Vaud (1302-1350) méconnue, in Association des amis du Cabinet des médailles. Bulletin, IX (1996), pp. 32-35; B. Galland, Les papes d’Avignon et la Maison de Savoie, 1309-1409, Rome 1998, pp. 216-220, 225, 249-252; A. Barbaglia - A. Calzolari - R. Cosentino, Documenti sull’attività della cancelleria sabauda a metà del secolo XIV, Torino 2001, ad ind.; B. Andenmatten, La Maison de Savoie et la noblesse vaudoise (XIIIe - XIVe s.): supériorité féodale et autorité princière, Lausanne 2005, ad ind.; Id., Les chancelleries de Suisse romande entre tradition ecclésiastique et affirmation princière (XIIIe - XIVe s.), in «De part et d’autre des Alpes» (II). Chancelleries et chanceliers des princes à la fin du Moyen Âge, a cura di G. Castelnuovo - O. Mattéoni, Chambéry 2011, pp. 13-38; Id., Savoie, Louis II de (Vaud), in Dictionnaire historique de la Suisse, XI, Hauterive 2011, p. 110.

Vedi anche
Michèle Antònio marchese di Saluzzo Figlio (n. 1495 - m. Napoli 1528) di Ludovico II, successo al padre nel 1504, sotto la reggenza della madre Margherita di Foix, fu poi fedele ai re di Francia, Luigi XII e Francesco I, combattendo al loro servizio nelle guerre d'Italia. Giovanni Ludovico marchese di Saluzzo Figlio (Giovanni Ludovico marchese di Saluzzo 1563) di Ludovico e di Margherita di Foix, essendo favorevole a Carlo V fu imprigionato e diseredato dalla madre e dal fratello Michele Antonio, che erano invece fautori della Francia. Liberato da una sommossa popolare, fu però ancora una volta imprigionato ... Carlo I duca di Savoia Figlio (Carignano 1468 - Pinerolo 1490) di Amedeo IX e di Iolanda di Francia, successe al fratello Filiberto I nel 1482 sotto la tutela dello zio materno Luigi XI re di Francia. Avuto il potere nelle mani, allontanò lo zio Filippo di Bresse, il Senzaterra, e sposò Bianca Paleologo di Monferrato (1485) ... Saluzzo Comune della prov. di Cuneo (75,8 km2 con 16.669 ab. nel 2008). La cittadina è posta a 340 m s.l.m., ai piedi dei colli tra il Po e il torrente Varaita. Industria meccanica, alimentare e dell’editoria. Artigianato per la lavorazione del legno e di oggetti di ferro battuto e rame. ● Ricordata dal 1028, ...
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    Figlio (m. Genova 1504) di Ludovico I, governò dal 1475 al 1504. Aspirò alla successione del Monferrato, avendo sposato (1481) Giovanna di Monferrato (m. 1490), scontrandosi perciò con Carlo I di Savoia, alla cui morte riottenne i territorî occupati del suo stesso marchesato. Seguace dei Francesi, favorì ...
Vocabolario
òcchio di civétta
occhio di civetta òcchio di civétta locuz. usata come s. m. – Altro nome della pianta primavera (Primula vulgaris).
pan di sèrpe
pan di serpe pan di sèrpe locuz. usata come s. m. – Nome comune delle erbe note in botanica come gigaro.
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