SAVOIA SOISSONS, Luigi Tommaso di
SAVOIA SOISSONS, Luigi Tommaso di. – Nacque a Parigi tra il 15 e il 16 dicembre 1657 (Gazette de France, 1657, n. 160, p. 1312), figlio del conte di Soissons Eugenio Maurizio di Savoia Carignano e di Olimpia Mancini.
La madre era stata a lungo la favorita di Luigi XIV, per cui quando Luigi Tommaso nacque vi fu chi sospettò che fosse figlio del re e non del conte. In questo giocò anche la nascita relativamente vicina alle nozze (21 febbraio 1657). In effetti, per molto tempo tale data è stata oggetto di un certo imbarazzo da parte dei genealogisti sia italiani sia francesi. Nicolas Besongne ne L’Etat de la France (Paris 1678, p. 530) riportò come data di nascita del conte il 16 dicembre 1658 e da allora essa fu ripresa per tutto il Settecento. Nelle genealogie ufficiali della storiografia sabauda, al contrario, per lungo tempo non fu riportata alcuna data: è quanto fecero Samuel Guichenon nell’Histoire généalogique de la royale maison de Savoie (Lyon 1660) e Francesco Maria Ferrero di Lavriano nell’Augustae Regiaeque Sabaudae Domus Arbor gentilitia... (Torino 1702, p. 190). Fu solo nella seconda edizione di Guichenon (Torino 1778, III, p. 1047) che fu posta la data – errata – del 16 ottobre 1657. Si noti, invece, che Johann Heinrich Zedler, già quarant’anni prima, aveva riportato la data giusta nel suo Lexicon (Leipzig 1742, t. 34, col. 412).
Sino alla morte del padre la sua educazione, come quella dei fratelli minori, era avvenuta all’interno dell’Hotel de Soissons. Ciò aveva indotto il duca di Savoia Carlo Emanuele II a chiedere al suo ambasciatore a Parigi, Thomas Chabod de Saint-Maurice, di intervenire. In una lettera al duca del 9 settembre 1673 Saint-Maurice raccontava che i giovani principi passavano «tout le jour avec des femmes de chambre et des valets à jouer» e che non uscivano «jamais pour aller faire la cour au Rou, à monsieur le Dauphin» né frequentavano «gens de qualité» o «homme d’esprit» (T.F. Chabod de Saint-Maurice, Lettres sur la cour..., a cura di J. Lemoine, II, Paris 1910, pp. 601-607). La madre si convinse, tuttavia, di far educare il figlio presso l’accademia cavalleresca tenuta a Parigi nel faubourg Saint-Germain da un lucchese di nome Bernardi, dove già studiavano diversi sudditi sabaudi, tra cui il figlio dello stesso marchese di Saint-Maurice. Nel frattempo il principe era stato preso in considerazione come possibile re di Polonia dopo la morte di Michele Korybut, ma infine la scelta cadde su Jan Sobienski. Nel dicembre del 1673 si parlò di un suo possibile matrimonio con mademoiselle de Vivonne, figlia del duca Louis Victor de Rochechouart e nipote di madame de Montespan. Il matrimonio avrebbe permesso al giovane di mantenere la carica di colonnello degli svizzeri, ma la madre si oppose a quella che considerava una mésalliance. Così, il 1° febbraio 1674, la carica fu assegnata al duca del Maine, figlio di Luigi XIV e della Montespan, che all’epoca aveva solo quattro anni. Ugualmente, anche il governatorato di Champagne e Brie fu assegnato al duca di Vivonne.
Privato di quelle che erano state le principali cariche (e fonti di reddito) del padre, il conte di Soissons proseguì i suoi studi sino al 1675, quando partecipò da volontario alla campagna in Fiandra. Il 18 luglio 1676 Luigi XIV gli concesse il comando del reggimento Carignan-Salierès, cui diede il nome di reggimento Soissons. Approfittando della sospensione invernale delle campagne militari, tra la fine del 1676 e l’aprile del 1677 si recò a Torino, dove risiedette presso lo zio, il principe Emanuele Filiberto di Carignano, per trascorrere Natale e Carnevale alla corte della duchessa di Savoia Maria Giovanna Battista.
Allora era assai vicino al trono sabaudo, poiché Vittorio Amedeo II aveva appena dieci anni, mentre il principe di Carignano – erede presunto – ne aveva cinquanta ed era privo di figli (ed era pressoché certo che la Francia si sarebbe opposta a una sua eventuale ascesa al trono, ufficialmente per le sue condizioni di salute, essendo egli sordomuto, in realtà per la sua linea politica filospagnola).
Distintosi nelle campagne del 1677 e del 1678, il 24 marzo 1678 Luigi Tommaso fu creato cavaliere dell’Annunziata. Nel 1679 la madre fu travolta dall’ ‘affare dei veleni’: sottoposta a processo, dovette rinunciare alla carica di sovrintendente la Casa della regina (che passò alla Montespan) e lasciare la Francia. Nel giugno di quello stesso 1679 Luigi Tommaso fece un nuovo viaggio a Torino, probabilmente per definire insieme ai fratelli e allo zio, principe di Carignano, la condotta da seguire. Libero della presenza della madre, il 12 ottobre 1680 sposò segretamente a Parigi, nella chiesa di St.-Sulpice, Uranie de La Cropte de Beauvais (1655-1717), figlia d’uno scudiere del principe di Condé. Il matrimonio era avvenuto senza l’approvazione né di Luigi XIV né di Vittorio Amedeo II e tantomeno dell’anziana principessa Maria (la vedova di Tommaso di Carignano), che desiderava per il nipote un matrimonio degno del suo rango. Quando, nel 1682, il conte fu costretto a dichiarare le nozze, la principessa Maria prima cercò di fare annullare il matrimonio e poi diseredò il nipote. Inoltre, si rivolse al principe di Carignano, suo figlio primogenito, perché si sposasse, così da avere figli e allontanare dal conte di Soissons la speranza di salire un giorno al trono sabaudo. Il duca di Savoia sposò il 10 aprile 1684 Anna d’Orléans, nipote di Luigi XIV, e il principe di Carignano il 7 novembre 1684 sposò Caterina d’Este. Dalle duplici nozze inizialmente nacquero solo figlie (tre al duca e due al principe), per cui il ruolo di Luigi Tommaso sembrò restare invariato.
Forse anche per questa ragione Luigi XIV si prese di nuovo cura della sua carriera militare. Il 24 agosto 1688 lo nominò brigadiere di fanteria e il 10 marzo 1690 lo creò maresciallo di campo nell’armata che inviava in Germania. Nonostante il conte si segnalasse per valore, la sua situazione finanziaria era assai compromessa. Nel 1688 e nel 1689 solo l’intervento di Luigi XIV permise a Luigi Tomnaso di allestire l’equipaggio del suo reggimento.
Ézéchiel Spanheim, che visitò allora la corte francese, scrisse che il principe era «assez mal partagé [...] des bien de fortune, n’à pas de quoi soutenir la dignité de sa naissance et de son rang, ne subsiste que par quelques pension que le roi lui donne et dont même il est assez mauvais ménager» (Relation de la cour de France..., a cura di Ch. Schefer, 1882, p. 223).
A complicare la sua situazione fu la nascita di un figlio maschio del principe di Carignano Vittorio Amedeo (1690-1741), il che lo allontanava dalla speranza di poter un giorno sedere sul trono sabaudo. Nel dicembre del 1690, stanco e sfiduciato, vendette il proprio reggimento per 40.000 franchi al marchese de Lignerac. Per due anni non si fece vedere a corte, tornandovi solo nel novembre del 1692 (probabilmente tale visita era legata al fatto che il duca di Savoia era allora gravemente ammalato e aveva nominato reggente, in caso di morte, il principe Eugenio di Soissons, il suo fratello minore che da un decennio era passato al servizio dell’Impero). Due anni dopo, nel 1694, Luigi Tommaso chiese al re il permesso di trasferirsi a Venezia per prestare servizio nell’esercito della Serenissima. In realtà si trattava solo d’un pretesto per allontanarsi dalla Francia e da una corte dalla quale si sentiva ormai estraneo. Negli anni successivi cercò di entrare al servizio di qualche sovrano della coalizione che si era raccolta contro Luigi XIV, ma senza successo. Nel frattempo, seguendo le orme sue e di Eugenio, quasi tutti i Soissons avevano lasciato la Francia per trasferirsi o a Torino o a Bruxelles. Alla fine, grazie all’aiuto del principe Eugenio, nel 1699 divenne Feldzeugmeister nell’esercito imperiale. Aveva appena iniziato la sua nuova vita, quando fu ucciso in battaglia vicino a Landau il 24 agosto 1702.
Gli successe come conte di Soissons il figlio Emanuele Tommaso (1687-1729). Grazie all’aiuto del principe Eugenio, questi compì una brillante carriera nell’esercito imperiale, divenendo cavaliere del Toson d’oro nel 1713 e sposando nello stesso anno la principessa Maria Teresa del Liechtenstein (1694-1772). Con lui si compì lo spostamento dei Soissons dalla Francia all’Impero.
Fonti e Bibl.: J.B. Pinard, Chronologie historique-militaire contenant l’histoire ... de toutes les charges, dignités et grades militaires supérieurs, de toutes les Personnes qui les ont possèdées ou qui y sont parvenues depuis leur création jusqu à présent, VI, Paris 1763, pp. 479 s.; V.A. Cigna Santi, Serie cronologica de’ cavalieri dell’Ordine supremo di Savoia, Torino 1786, p. 183, n. 232; Marquis de Dangeau, Journal, Paris, II, 1854, p. 384; III, 1854, pp. 3, 110, 112, 126, 131, 162, 167, 174, 201, 227, 269; IV, 1855, pp. 102, 194; V, 1855, pp. 42 s., 84, 157, 163, 200 s., 307 s., 325, 353; VI, 1856, pp. 459; VIII, 1856, pp. 488, 493; É. Spanheim, Relation de la cour de France en 1690, a cura di Ch. Schefer, Paris 1882, pp. 209, 223 s., 518; W. Perwich, The despatches of William P., English agent in Paris, 1669-1677, a cura di M. Beryl Curran, London 1906, p. 279; T.F. Chabod de Saint-Maurice, Lettres sur la cour de Louis XIV (1667-1673), a cura di J. Lemoine, II, Paris 1910, pp. 187, 601-607; Correspondance du nonce en France: Fabrizio Spada (1674-75), a cura di S. de Dainville-Barbiche, Roma 1982, pp. 129, 179 s., 211.
A. Arneth, Prinz Eugen von Savoyen, I, Vienna 1858, pp. 3, 5, 8, 125-127; D. Perrero, La prepotenza di Luigi XIV ed il matrimonio del principe Emanuele Filiberto di Savoia Carignano 1682-1685, in Curiosità e ricerche di storia subalpina, 1874, n. 1, pp. 587-589; I. Jori, Eugenio di Savoia, I, Torino 1933, pp. 61-63; I. Massabò Ricci - A. Merlotti, In attesa del duca: reggenza e principi del sangue nella Torino di Maria Giovanna Battista, in Torino 1675-1699. Strategie e conflitti del Barocco, a cura di G. Romano, Torino 1993, pp. 126 s., 146.