SAVOIA (Savoia-Aosta), Emanuele Filiberto di, duca d'Aosta
Nacque il 13 gennaio 1869 a Genova dal principe Amedeo duca d'Aosta e da Maria Vittoria, principessa dal Pozzo della Cisterna ed ebbe il titolo di duca delle Puglie, che cambiò in quello di duca d'Aosta alla morte del padre (17 genn. 1890). Avviato alla carriera delle armi sotto la guida di un valente maestro, il maggiore Perrucchetti, entrò nell'84 nell'Accademia militare di Torino; e ne uscì nell'87 sottotenente di artiglieria, nella quale arma percorse tutta la carriera. Comandò il corpo d'armata di Napoli dal 1905 al 1910, anno in cui fu nominato comandante designato d'armata. Il 25 Giugno 1895 aveva sposato Elena d'Orléans, dalla quale ebbe due figli: Amedeo, duca delle Puglie, e Aimone, duca di Spoleto. Nella guerra contro l'Austria gli fu affidato il comando della 3° armata nel settore più aspro del fronte: il saliente carsico. Ivi, nei primi due anni di guerra, guidò la sua armata, alla quale aveva dato il motto "fino alla meta" nelle prime 11 battaglie dell'Isonzo, conquistando Gorizia e giungendo alle falde dell'Hermada, a meno di 20 km. da Trieste.
Nel ripiegamento della 12° battaglia dell'Isonzo (ottobre-novembre 1917) seppe abilmente svincolare la sua armata e condurla ordinatamente sul Piave, alla cui difesa, dal Montello al mare, provvidero solo i suoi soldati, e davanti al quale il nemico dovette arrestare la sua avanzata. Oppose, sempre sul Piave, all'esercito austriaco che nell'attacco del giugno 1918 giuocava la sua ultima carta, una resistenza insuperabile; e finalmente nell'ottobre-novembre 1918 avanzò trionfalmente nel Friuli. Promosso generale d'esercito per merito di guerra (aprile 1919), mantenne il comando della 3° armata finché non fu disciolta (22 luglio 1919). Fu ispettore generale dell'arma di fanteria dal 27 luglio 1919 al 31 luglio 1920.
Nel dopoguerra comprese che la sua missione non era finita. E reagendo alle tendenze disfattiste del momento, lottò per la difesa e la valorizzazione della vittoria, per la glorificazione dei caduti, per l'assistenza dei reduci. Pertanto aderì subito al fascismo. Presiedette dal dicembre 1925 al maggio 1927 l'Opera nazionale dopolavoro che egli chiamò "opera di pace che persegue una sublime missione di fratellanza, di amore, di civiltà"; nel frattempo - giugno 1926 - era stato nominato maresciallo d'Italia. Morì a Torino il 4 luglio 1931; fu seppellito nel cimitero di Redipuglia in mezzo ai suoi fanti della 3° armata.
Bibl.: Emanuele Filiberto, duca d'Aosta, Orazioni e proclami, Bologna 1926; A. Lumbroso, Cinque capi nella tormenta, Milano 1932; G. Giardino, L'A. R. E. F. di S., duca d'Aosta, ivi 1933; E. Moschini, L'orazione guerresca d'E. F., duca d'Aosta, Napoli 1933; V. Cian, Commem. di S. A. R. E. F. di Savoia, duca d'Aosta, Torino 1933.