SAVIGNANO sul Rubicone (fino al 1933 Savignano di Romagna; A. T., 24-25-26)
Piccola città di Romagna (prov. di Forlì), posta sulla Via Emilia a 33 km. da Forlì, e a 15,3 km. da Rimini. Il Fiumicino, che scorre presso la città a occidente, è stato ufficialmente riconosciuto come l'antico Rubicone, onde il suo nome attuale. L'abitato (32 m. s. m.) s'allinea lungo la Via Emilia, ma le case sono più numerose a N., verso la ferrovia. Il centro del paese è costituito dalla piazza intitolata all'epigrafista Borghesi, savignanese, sulla quale si affacciano la chiesa, la collegiata di S. Lucia, il Palazzo comunale e il palazzo ove hanno sede l'Accademia dei Filopatridi, inaugurata nel 1825, e la biblioteca, assai ricca.
I dintorni, specialmente verso i colli, sono ameni e hanno ricche ville. La cittadina conta (1931) 2388 ab. Il comune (23,91 kmq.), molto fertile e produttore di ottimi vini, contava, nel 1931, 5425 abitanti, di cui 2613 sparsi in campagna. Savignano è stazione della ferrovia Bologna-Rimini.
Monumenti. - A mezza costa del colle di Castelvecchio sorge la villa Di Bagno, il cui classicismo s'integra con le decorazioni di Leandro Marconi. Nella collegiata si trova sull'altar maggiore il Martirio di S. Lucia di S. Ceccarini (1764); nel Palazzo del comune, che contiene il teatro costruito nel 1799-1800, sono due dipinti dovuti ad Anselmo da Osimo e a G. B. Amati. Oltre l'Accademia dei Filopatridi e le biblioteche (comunale e accademica), è da ricordare il ponte a tre luci che attraversa il Rubicone; esso fu eretto nel 567 di Roma e risarcito nel 1612 e nel 1760. Le spallette di marmo servirono a Sigismondo Malatesta per il rivestimento del tempio monumentale di Rimini. La fama di questo ponte aumentò con il ricordo non più contrastato del passaggio di Cesare nel 49 a. C.
Storia. - A poca distanza dal paese attuale, sulla Via Emilia sorgeva nell'età romana un centro di qualche importanza, di cui ci hanno conservata notizia le fonti itinerarie e la pieve assai antica e ancora esistente di San Giovanni in Compito. Il nome del paese attuale tradisce la evidente derivazione da un gentilizio romano (fundus Sabinianus in documenti di alta antichità). Il centro medievale era sul sovrastante colle di Castelvecchio, ma presto scese al piano, dove ebbe un castello nuovo, costruito o rinnovato dal cardinale Albornoz. Fu allora unito al vicariato di Santarcangelo, ma per lo più appartenne ai Malatesta di Rimini. Ai primi del Cinquecento, dopo Cesare Borgia, fu tenuto dai Veneziani, e più tardi la Chiesa lo diede in feudo ai Rangoni (1522-78), non senza vivaci opposizioni locali.
Tra i piccoli centri della Romagna, Savignano ha un rilievo tutto suo nella storia della cultura, per l'ambiente studioso che vi fiorì dalla metà del Settecento fin quasi a tutto il secolo scorso, dal quale uscirono parecchi uomini insigni. Di quella fioritura sono rappresentanti le famiglie degli Amati, dei Borghesi, dei Rocchi, Giovanni Cristofano Amaduzzi, Luigi Nardi, Giulio Perticari, e altri. Tutti costoro, per l'opera dei quali sorse nel 1801 e visse operosa l'Accademia dei Filopatridi, si segnalarono in patria e fuori (l'Amaduzzi e Girolamo Amati a Roma) soprattutto nel campo dell'erudizione antiquaria e dell'epigrafia; in quel campo il maggiore di tutti, B. Borghesi (v.), si levò a rinomanza europea; altri, specie il Perticari, appartennero a quel gruppo letterario a cui fu dato il nome di scuola classica romagnola. Con questo ambiente ebbe frequente consuetudine V. Monti (per le nozze della sua Costanza col Perticari l'Accademia pubblicò il bel volume bodoniano degl'inni Agli dei consenti), e poi il Carducci. Di quella feconda epoca resta una testimonianza eloquente nella biblioteca, formata con i libri e manoscritti lasciati al comune dall'Amaduzzi (tra l'altro il suo carteggio, che rispecchia come pochi altri la cultura italiana del sec.. XVIII), e cresciuta poi con quella dell'Accademia, che tuttora governa le due importanti raccolte.
Bibl.: L. Nardi, Dei compiti... e dell'antico compito savignanese in Romagna, Pesaro 1827; F. Rocchi, Alcuni scritti, Imola 1910; G. Gasperoni, Storia e vita romagnola nel sec. XVI, Iesi 1906; id., Studi e ricerche, Roma 1910; A. Campana, in Tesori delle biblioteche d'Italia: Emilia e Romagna, Milano 1932, pp. 128-130.