savianeo
agg. (iron.) Tipico del giornalista e scrittore Roberto Saviano.
• una deliziosa Stefania Carini su «Europa» illustrava la «tetraggine» savianea dicendo che «la parola rimbomba, e risuona vuota», che lo show «si crede più nobile e nobilitante» della tv ordinaria e invece manca di «umiltà, professionalità, allegria». (Giuliano Ferrara, Foglio, 17 maggio 2012, p. 1, Prima pagina) • In che cosa Saviano si oppone a [Luigi] de Magistris? Se il terreno di confronto e di scontro fosse ben circoscritto e illuminato, ci si potrebbe dividere e fare il tifo. Una contesa, quando è vera, ha a che fare con la realtà, la tocca e appassiona. Qui siamo invece nel campo fantasmatico delle rappresentazioni, immagini mosse e sequenze narrative, di per sé mutevoli e non sempre affidabili. A me sembra che il tipo de Magistris, sindaco e rivoluzionario impotente, così come oggi lo disegna e lo rintuzza Saviano, sia un personaggio romanzesco, proprio nel senso savianeo. (Eduardo Cicelyn, Repubblica, 13 gennaio 2013, Napoli, p. IV) • Dante, che era il più saggio di tutti e naturalmente immune dalla demagogia savianea e dall’ipocrisia del politicamente corretto, avrebbe dato ragione a Debora Serracchiani. L’Alighieri inserisce i traditori degli ospiti nel canto nono dell’Inferno e considera la loro colpa particolarmente grave. (Mario Ajello, Messaggero, 13 maggio 2017, p. 10, Primo Piano).
- Derivato dal nome proprio (Roberto) Saviano con l’aggiunta del suffisso -eo.
- Già attestato nel Foglio del 29 gennaio 2011, p. I (Pietrangelo Buttafuoco).