SAULI
. Famiglia originaria di Lucca, donde fu cacciata per guelfismo nel 1316. Riparata a Genova, abitò nei pressi di S. Giorgio e si diede al commercio, specialmente della seta, acquistando presto grandi ricchezze e potenza. Nella riforma costituzionale del 1528 costituì uno degli Alberghi della nobiltà nuova o del Portico di S. Pietro; rimase ascritta alla nobiltà e al Libro d'Oro nella definitiva riforma del 1576 e fu tra le case più celebri per fasto e mecenatismo. Notevole in questo campo specialmente Bendinelli, ambasciatore e politico di varia attività, che nel 1461 lasciò al Banco di S. Giorgio un cospicuo capitale, intangibile per 60 anni, destinato all'erezione della basilica di S. Maria di Carignano costruita poi da Galeazzo Alessi al tempo e con ulteriori largizioni di Francesco (m. 1527) e di Stefano protonotario apostolico, scrittore e fondatore di un'accademia che si sciolse nel 1522. Paolo con testamento del 1609 lasciò una vistosa somma per costruire tra i colli di Sarzano e di Carignano un ponte che facilitasse l'accesso alla basilica, e l'opera fu compiuta dal pronipote Domenico nel 1724. Oltre a Stefano, la famiglia ebbe notevoli letterati e giuristi; Domenico (nato nel 1491, morto a Venezia nel 1571) uomo di larga attività scientifica, mercantile e politica, specialmente ai servizî del duca di Milano, promotore di un'unione fra barnabiti e gesuiti, padre dell'Alessandro (v.) che fu santificato; Filippo (1493-1528) vescovo di Brugnato, ellenista e linguista che lasciò la ricca biblioteca all'ospedale degl'incurabili; Marcantonio (1523-1618) che fu dei più celebri giureconsulti genovesi ed ebbe notevole attività politica e diplomatica; Ottaviano, uomo d'armi e autore di poesie latine pubblicate nel 1646. Numerosissimi i capitani d'armi e di navi, i governatori in Corsica, i politici e i diplomatici; notevoli tra questi il banchiere Antonio che, con altri della famiglia, prese viva parte ai moti popolari del 1506-07; Paolo, uno dei partecipi al convegno di Casale (1575-76) per risolvere le questioni interne; Gian Francesco ambasciatore in Spagna nel 1654 al momento di aspri conflitti, e Bendinelli, inviato nella medesima occasione a varie corti d'Italia, uomo di carattere tenace e bizzarro e di vita politica molto attiva. Tomaso fu decapitato nel 1532 come cospiratore per dare Genova alla Francia. Ventinove furono i senatori della repubblica e tre i dogi biennali: Lorenzo (1599-1601) assassinato per privata vendetta appena deposta la carica; Giulio di Bendinelli (1656-1658) celebre per le benemerenze durante la peste che infierì nel suo dogato, e Francesco Maria (nato nel 1620, morto in carica nel 1699) già ambasciatore a Vienna e incaricato di trattare col comandante francese nel celebre bombardamento del 1684. Tre sono stati anche i cardinali: Bendinelli elevato alla porpora da Giulio II nel 1511, vescovo di Albenga nel 1513, implicato nella famosa congiura dei cardinali contro Leone X, morto nel 1518; Girolamo prima arcivescovo di Bari e poi di Genova (morto nel 1550) e Antonio pure arcivescovo di Genova, cardinale di Sisto V nel 1587, di grande autorità in Curia ove fu costante difensore degl'interessi della sua città. Tra la fine del sec. XVIII e il principio del XIX furono specialmente notevoli i fratelli Gaspare (1765-1841) scrittore, uomo politico, giornalista di concezioni unitarie, e suo fratello Cristoforo che coprì importanti cariche nell'età napoleonica e nel governo provvisorio del 1814. Francesco figlio di Gaspare (morto nel 1893) fu ambasciatore a Pietroburgo e a Londra, deputato e senatore del regno; Damiano di Stefano, colonnello del genio marittimo (morto nel 1860) fu il costruttore del bacino di carenaggio di Genova; da Alessandro (morto nel 1889) ufficiale dei bersaglieri e generale nelle campagne dell'indipendenza deriva il ramo dei Sauli-Scassi, solo sopravvivente a Genova. Al ramo piemontese dei Sauli d'Igliano, staccatosi nel sec. XVI, appartengono Lodovico (morto nel 1874) ministro degli Affari esteri del Regno Sardo nel 1821, ambasciatore a Berna e a Costantinopoli, senatore nel 1848, autore dell'opera La colonia dei Genovesi in Galata; e il colonnello Alessandro, suo fratello.
Bibl.: F. Federici, Abecedario delle famiglie genovesi, ms. Bibl. Missioni urbane, Genova; Giscardi, Origine e fasti delle nobili famiglie di Genova, ms. Bibl. Berio, Genova; V. Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, VI, Milano 1932. Sui cardianali: cfr. Remondini, Cardinali liguri, Genova 1879; F. M. Accinelli, Memorie storiche sacre-profane, Genova 1852; e in particolare su Bendinelli, L. v. Pastor, Storia dei papi, IV, Roma 1921; A. Ferrajoli, La congiura dei cardinali contro Leone X, in Miscellanea della R. Soc. rom. di storia patria, Roma 1920 e G. B. Picotti, La congiura dei cardinali contro Leone X, in Rivista storica italiana, 1923, p. 249 segg.; su Antonio, L. v. Pastor, op. cit. XII, 24 segg. e per l'opera diplomatica sua e degli altri della famiglia V. Vitale, Diplomatici e consoli della rep. di Genova, in Atti della Soc. lig. st. patria, LXIII (1934); sui dogi, L. Levati, I dogi biennali di Genova, voll. 2, Genova 1930. Sul vescovo Filippo, G. Bertolotto, in Atti Soc. lig. st. patria, XXV, p. 9 segg. Su Marcantonio la biografia di R. Soprani, Gli scrittori della Liguria, appendice, Genova 1664. Sulla partecipazione dei Sauli ai moti del 1506-07, E. Pandiani, Un anno di storia genovese, in Atti Soc. lig. st. patria, XXXVII; su Domenico padre di S. Alessandro l'autobiografia edita in Miscellanea di st. ital., XVII e A. Neri, Alcune lettere di D. S., in Giornale st. lett. della Liguria, 1881, VII-VIII, p. 251 segg.; O. Premoli, D. S., in Rivista di scienze storiche, Pavia 1905 e id., D. S. e i gesuiti, in Arch. stor. lombardo, 1911. Su Gaspare, A. Neri, Un giornalista della rivoluzione genovese del 1797, in Illustrazione italiana, a. XIV, n. 8-9; V. Vitale, Un giornale della Repubblica ligure, in Atti della Soc. lig. st. patria, LXI, p. 22 segg. Su Damiano, G. Gonni, L'ammiraglio principe Eugenio di Savoia e Damiano S., in Rassegna storica del Risorgimento, a. X (1923), p. 52 segg.