VENULEIO, Saturnino
È sempre dubbio se vi siano stati tre giuristi con il nome di Saturnino: Venuleio, Claudio e Quinto Saturnino. Chi ritiene che V. sia un giurista diverso e più recente di Claudio, si appoggia a un passo di Lampridio (Vita Alexandri, 68, § 1), secondo il quale V. sarebbe stato discepolo di Papiniano, e a due rescritti, l'uno del 213 (Cod., V, 65, de excus. veter., 1), l'altro del 224 (Cod., VII, 35, quib. non obic. l. temp. praescr., 1), che sembrerebbero a lui indirizzati. Ma né è attendibile la notizia di Lampridio, né sono decisamente probanti i due rescritti. Che V. e Claudio Saturnino fossero due diversi giuristi, si vuol ricavare anche dal fatto che il frammento 15 del Digesto, XXXXVIII, 19, ha per iscrizione Venuleius Saturninus libro 1° de officio proconsulis e il frammento 16, immediatamente successivo, ha per iscrizione Claudius Saturninus libro singulari de poenis paganorum: argomento poco solido anche codesto, perché nell'Index Florentinus delle Pandette proprio l'opera De poenis paganorum è attribuita a V. Opere certamente appartenenti a V. sono: De interdictis libri VI; Actionum libri X; De stipulationibus libri XIX; De iudiciis publicis libri III; De officio proconsulis libri IV. V. è un sabiniano, benché nel frammento 138 del Digesto (XXXXV,1) scriva: sed ego cum Proculo sentio, trattandosi qui di una adesione sua personale, di carattere eccezionale, su un singolo punto.
Bibl.: H. Fitting, Alter und Folge der Schriften römischer Juristen, 2ª ed., Halle 1908; P. Krüger, Geschichte und Literatur der römischen Quellen, 2ª ed., Monaco-Lipsia 1912; T. Kipp, Geschichte der Quellen, 4ª ed., Lipsia-Erlangen 1919.