SATURNIA
Centro etrusco sull'Albegna, ricordato dalla tradizione come uno dei più antichi dell'Italia, benché per ora i ritrovamenti - tombe a pozzetto, a fossa, a camera - mostrino una civiltà in ritardo più che arcaica. Particolari della necropoli di S. sono i tumuli a tombe seminfossate e le tombe a camera scavate nella marna ghiaiosa. Della città antica rimangono tratti di mura poligonali, di vie antiche e resti di monumenti romani. Il territorio appartenne a Caletra, poi a Vulci e, forse, nel 280 a. C., passò a Roma. Fu dapprima prefettura, sotto un praefectus inviato da Roma; poi, nel 183 a. C., colonia di diritto romano, con a capo i duoviri iure dicundo. Apparteneva alla tribù Sabatina. Di magistrature conosciamo i duoviri quinquennales, un ordo decurionum, un quaestor pecuniae publicae et alimentorum.
Bibl.: A. Minto, Saturnia etrusca e romana, in Monumenti antichi dei Lincei, XXX (1932), pp. 585-702; J. Sundwall, Zur Vorgeschichte Etruriens, Åbo 1932, pp. 40-41; Åke Åkerstroem, Studien über etruskischen Gräber, Acta Instit. Romani Regni Sueciae, III, Lund 1934, pp. 113-117.