SATURA drammatica
Livio (VII, 2,4) narra che nel 364 a. C., celebrandosi i ludi romani in occasione del terzo lettisternio dalla fondazione di Roma, si fecero venire dall'Etruria ("ex Etruria acciti") dei ludiones, in sostanza dei danzatori con accompagnamento di tibie, "sine carmine ullo ad tibicinis modos saltantes". La gioventù romana avrebbe accolto con favore questa novità, e aggiungendovi le parole ("simul inconditis inter se iocularia fundentes versibus"), si sarebbe avuto un insieme di canto, con accompagnamento di tibia, e danze, che presto, come è ovvio, si doveva venire disciplinando ("descripto iam ad tibicinem cantu motuque congruenti"). Del fondamento della narrazione di Livio non c'è ragione di dubitare, e nemmeno appare illegittima l'analogia con i Fescennini, se discretamente osservata per il versus incompositus ac rudis, che, per l'iniziativa dei giovani romani, venne armonizzandosi e fondendosi con gli elementi musicali e orchestici importati allora dall'Etruria. Anche nel Fescennino conviene distinguere la materia, che tipicamente ha un carattere originario naturalistico, e la forma generale amebeica capace di vario contenuto, suscettibile di sviluppo: e a siffatto sviluppo accenna implicitamente anche un noto passo di Orazio (Ep. II, 1, 145 segg.), che se non può servire di diretta illustrazione del racconto storico di Livio, come da molti si è creduto, giova indirettamente come testimonianza della sostanziale identità dei fescennini con gli antecedenti della satura drammatica. Ma ammessa l'esistenza di una forma rudimentale drammatica quale risulta dal testo di Livio, e che può anche essere concessa come postulato indipendentemente da ogni determinazione e testimonianza storica, resta a vedere se il nome di satura le appartenesse per più antica denominazione o se le fosse dato dalla tradizione erudita a cui Livio si riconnette; e la seconda ipotesi si presenta verisimile, anche se non sia da escludere che l'espressione, ben documentata nella stessa varietà di applicazioni, per saturam possa essere di uso antico e riferibile anche alla mischianza di canti, suoni e danza. Lo stesso Livio, del resto, interpreta, non afferma l'origine antica della denominazione, e il suo racconto si può definire una non infondata ricostruzione, che non poteva prescindere dallo sviluppo successivo della satura e rifletterne in anticipo, come sempre accade, qualche elemento.
In favore di un più antico uso di satura per satura drammatica si potrebbe citare l'esistenza di un titolo di atellana di Pomponio "Satura", che il raffronto con altra atellana dal titolo "Exodium" ricondurrebbe a questa interpretazione. Ad ogni modo par certo che la fonte di Livio, probabile Varrone meglio che Accio, ponesse giustamente in rapporto la parola satura, e quindi anche la rudimentale forma drammatica, con satur, pieno, sazio, ricolmo, e particolarmente con lanx satura, il piatto di svariate primizie offerto agli dei (Diom. I, 485: lanx referta variis multisque primitiis), e con satura, già sostantivato, pasticcio multis rebus refertum (Varr. ap. Diom., ib.), con l'espressione per saturam (Festo da Verrio Flacco, 514 M.), che talora sottintende legem (esempî anche di lex satura), talvolta presuppone che satura abbia già acquistato il valore di "mescolanza". Non ha invece fondamento la speciosa e tendenziosa derivazione di satura da satiro, quod similiter in hoc carmine ridiculae res pudendaeque dicuntur velut quae a satyris proferuntur et fiunt (Diom. v. s.; cfr. Evanth., 64 Kb.).
La fonte di Livio pone in istretto rapporto la satura drammatica e l'opera di Andronico, e non possiamo del tutto escludere che nella sua lunga attività poetica questi abbia tentato anche la cosiddetta satura drammatica e una migliore elaborazione di essa; ma presto si rivolse decisamente ai modelli greci, e solo in questo consiste la riforma di Andronico, ed egli non può in nessun modo considerarsi come il continuatore di forme drammatiche popolari. Che poi qualche cosa di corrispondente alla presunta satura drammatica restasse per qualche tempo come exodium non si può negare, ma in tale ufficio la satura fu presto sostituita dall'atellana.
Bibl.: H. Nettleship, The original form of the Roman Satura (1ª ed., Oxford 1878), in Lectura and essays, II, Oxford 1895; H. M. Hopkins, Dramatic satura, in Transactions and Proceedings of the American philol. assoc., XXXI (1900); H. De la Ville de Mirmont, Études sur l'ancienne poésie latine, Parigi 1913; F. Marx nella Introd. all'ediz. dei frammenti di Lucilio, Lipsia 1904, I, p. xiii; J. Vahlen nell'ediz. di Ennio, ivi 1913, p. ccxiv. Per la questione della fonte di Livio, v. G. L. Hendrickson, in American Journ. of Phil., XV (1894), XIX (1898); F. Leo, in Hermees, XL (1904); R. Reitzenstein, in Nachrichten d. Gött. Akadem., 1918; Klingelhoefer, in Philological Quarterly, IV (1925).