SATIRO
. Architetto di Paro, figlio di Isotimo. Fu, con Pitide (Vitruv., VII, 159 praef. 12), architetto del mausoleo d'Alicarnasso, della cui costruzione si occupò, con lo stesso Pitide, in uno scritto. Forse è lo stesso che, trattò il mito dell'ambra nata dal pianto delle Eliadi, trasformate in pioppi (cfr. Plin., Nat. Hist., XXXVII, 31). È incerto se un Lico sia stato suo figliolo. Satiro si conosce anche dall'iscrizione di una base, trovata in Delfi. Su essa erano state consacrate, fra il 346 e il 344 a. C., le statue di bronzo di Idrieo e Ada, sposi, successori di Mausolo e Artemisia.
Si conoscono altresì due scultori di questo nome. L'uno, figlio di Apollo (doro), visse nel sec. IV a. C. È noto per l'iscrizione su un frammento di base, trovata a Larissa, dalla cui paleografig si è determinata l'epoca dell'artista.
L'altro di Antiochia: di una scultura di lui s'è trovata la base in Rodi; dall'iscrizione s'è desunto che egli lavorò con Epicarmo, figlio di Epicarmo, e, dalla forma delle lettere, che visse nel sec. I a. C.
Bibl.: Per l'architetto: H. Brunn, Gesch. d. griech. Künstl., II, Stoccarda 1889, pp. 332-78; Th. Homolle, in Bull. Corr. Hell., XXIII (1899), pp. 374-388; W. Klein, Gesch. d. griech. Kunst, II, Lipsia 1905, 286, i; Fluss, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., II A, col. 226 seg., n. 12; U. Kahrstedt, ibid., IX, 912, 2 (Idrieo). Per il primo scultore: E. Löwy, Inschr. gr. Bildh., Lipsia 1885, 132 a; Inscr. Graec., IX, 2, 1346; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., II A, col. 226, n. 11; in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIX, s. v., 1. - Per il secondo scultore: Clara Rhodos, II, 206, 40; Thieme-Becker, ibid., 2.