SATĪ (in grafia inglese suttee)
Vocabolo indiano, che significa "la buona, la fedele (moglie)" designa la vedova che si fa cremare insieme col marito, e quindi la cerimonia stessa della duplice cremazione. L'uso non è documentato nella letteratura vedica, e pare fosse praticato in origine da famiglie di principi e di guerrieri. Solo tardi è accolto, e con riserve, nel costume e nel diritto brahmanici, senza avere tuttavia un valore assoluto, ancorché la donna che sceglie d'immolarsi sul rogo del marito divenga dopo morta oggetto d'un culto quasi divino. Lord Bentinck lo soppresse nel 1829 nei territorî soggetti al dominio britannico; ma fuori di questi durò fino agli ultimi decennî del sec. XIX.
Bibl.: J. Jolly, Recht und Sitte (Grundriss d. indo-ar. Phil. u. Alt.-, II, viii), Strasburgo 1896, pp. 67-69.