SATANIKOTA
Sito indiano sulla sponda destra del fiume Tungabhadra, nell'Andhra Pradesh, poco distante dalla confluenza di questo con la Krishna. Il nome significa il «Forte dei Sātavāhana», essendo una corruzione di Sātavāhanakota. Gli scavi, condotti dall'Archaeological Survey of India tra il 1977 e il 1980, sono stati mirati a documentare la sequenza culturale del sito in previsione del completo allagamento dell'area a causa di imponenti progetti idraulici - che interessano anche il vicino sito di Vῑrapuram (v.) - analogamente a quanto avvenne negli anni '60 a Nāgārjunakoṇḍa (v.), un centinaio di chilometri più a valle.
Accanto a sporadiche evidenze relative al Paleolitico Tardo, il primo periodo della sequenza documentata comincia con rinvenimenti di manufatti microlitici pertinenti al Paleolitico Medio: raschiatoi, lame, ecc., lavorati su diaspro, calcedonio, selce, agata e quarzite. I primi abitanti del Paleolitico Medio comparvero nella zona c.a 40.000 anni fa, probabilmente attratti dalle vaste risorse litiche loro necessarie che il letto della Tungabhadra metteva a disposizione.
Nello stesso deposito ghiaioso alluvionale da cui provengono le attestazioni del Paleolitico Medio, sono stati ritrovati numerosi strumenti del Mesolitico: lame, punte, bulini, ecc. Per la quantità di nuclei e schegge litiche rinvenute è stato ipotizzato che in questa fase S. fosse un sito di lavorazione «industriale». Ulteriori rinvenimenti sporadici inducono a ipotizzare una frequentazione del sito nel Neolitico e nel Calcolitico.
Dopo un lungo intervallo durato oltre un millennio, il periodo storico (periodo II, ultimo quarto del I sec. a.C.-metà del III sec. d.C.) rappresenta la principale fase di occupazione. Sebbene la regione rientrasse nell'orbita dello stato dei Maurya, come mostrano le iscrizioni di Aśoka nella vicina Eṟṟaguḍi, le evidenze materiali osservate sono tutte pertinenti al periodo dei Sātavāhana. S. era probabilmente uno dei centri amministrativi provinciali del regno āndhra. La cittadella era cinta - tranne il lato N-NO che si affaccia con pareti rocciose verticali una decina di metri al di sopra della Tungabhadra - da un muro in pietra, largo 3,20 m, rivestito esternamente da una cortina in laterizi e affiancato internamente da un camminamento pavimentato in mattoni, e da un fossato tagliato nella roccia, con profilo a U, largo 4 m e profondo 3, alimentato dalle piogge o dalle piene del fiume. Sul lato S si apriva un passaggio gradinato con ponte levatoio. Tra le varie strutture, oltre a fondazioni di abitazioni, che dovevano essere coperte con tegole di vario tipo (convesse, perforate, a gronda e pinnacoli), sono stati osservati alcuni depositi di limitate dimensioni interpretati come granai.
I tipi di ceramica associata a questo periodo sono quelli caratteristici dell'epoca sātavāhana rinvenuti anche in altri siti del Deccan: la ceramica nera e rossa, di cui soprattutto i piatti e le ciotole trovano confronti nei contesti megalitici della regione; una ceramica rossastra dipinta a bande definita Russet Coated Painted Ware, insieme alla ceramica ingubbiata a lustro con incisioni concentriche, imitante la sigillata di origine mediterranea, definita Rouletted Ware, sono caratteristiche della tradizione meridionale; rinvenimenti di frammenti di ceramica ingubbiata rossa (Red Polished Ware), specialmente delle brocche con alto collo, sottile e cilindrico (sprinkler), testimoniano importazioni dall'India occidentale, area di origine di questo vasellame.
Tra gli altri materiali si segnalano figurine in terracotta, oggetti in metallo quali bracciali, armi, attrezzi, ecc., bracciali in vetro o conchiglia, e quasi duecento vaghi di collana in varî materiali (terracotta, vetro, conchiglia, diaspro, agata, corniola, calcedonio). Di notevole interesse è il ritrovamento di una moneta con iscritto in brāhmῑil nome di un governatore, Sira(ri) Sata(sa) Kumārasa, identificabile con il principe Sati - figlio di Śātakarṇi I - dell'iscrizione di Nānāghāt e con il principe Śaktikumāra delle fonti jaina.
Il periodo III è di epoca medievale.
Circa 2 km a E del villaggio di S. si trova un'area di tombe megalitiche (v. monumento funerario: India), molte delle quali andate distrutte a causa dei lavori agricoli; solamente otto dei ventinove circoli megalitici attestati sono stati indagati. Le tombe, tutte orientate lungo l'asse N-S, sono state distinte in tre raggruppamenti: il gruppo A è composto esclusivamente da tombe a cista con apertura (port-hole) sull'ortostata S e con anticamera di passaggio; gli ortostati sono sistemati con le estremità in aggetto rispetto ai lati in modo da formare in pianta uno svastika, probabilmente per una migliore stabilità strutturale; il tumulo, composto da pietre e terra pressata, è cinto da un basso muretto a più ricorsi di grandi lastre litiche lavorate. Di questa tipologia sono documentate due varianti che possono presentare la camera funeraria e quella di passaggio con lastre formanti un transetto. Nel gruppo B, caratterizzato prevalentemente da tombe a cista semplice - cioè da un circolo megalitico con camera sepolcrale parallelepipeda senza apertura né passaggio e con leggeri aggetti angolari - si trovano anche una tomba a cista con passaggio e un tumulo megalitico con tomba a fossa, analogo all'unico monumento funerario del gruppo C.
Le tombe accoglievano deposizioni secondarie, anche multiple; accanto alle evidenze di sacrifici animali, in un caso si è ipotizzata la celebrazione di un sacrificio umano . È degna di nota la relativa scarsità della ceramica nera e rossa, caratteristica delle culture megalitiche, rispetto ai rinvenimenti di ceramica rossa e di ceramica nera. Scarso è pure il numero di manufatti metallici dovuto forse a precedenti depredazioni.
Sulla base di confronti materiali e della tipologia strutturale sono state proposte, per il periodo megalitico di S., delle datazioni dal VII al IV-III sec. a.C. Nessuna traccia di abitato relativo al periodo è stata osservata, contrariamente a quanto è avvenuto al vicino sito di Vῑrapuram.
Bibl.: N. C. Ghosh, Satanikota: an Early Fortified Settlement in Andhra Pradesh, in Indian Museum Bulletin, XVI, 1981, pp. 28-30; id., Excavations at Satanikota 1977-80 (MASI, 82), Nuova Delhi 1986; A. M. Shastri, Satavahana Prince Saktikumara: Numismatic Evidence, in M. S. Nagaraja Rao (ed.), Kusumanjali. New Interpretation of Indian Art and Culture. Sh. C. Sivaramamurti Commemoration Volume, 2 voll., Delhi 1987, pp. 447-453; N. C. Ghosh, in A. Ghosh (ed.), An Encyclopaedia of Indian Archaeology, II, Nuova Delhi 1989, s.v.