SASSONE di Anagni
SASSONE di Anagni. – Nacque ad Anagni in data sconosciuta; Palumbo ne asserisce l’appartenenza alla famiglia dei conti d’Anagni, ma non esistono testimonianze certe al riguardo (Palumbo, 1942, p. 150).
Fu uno degli scriptores di Pasquale II, che lo ordinò cardinale prete di S. Stefano in Monte Celio entro il 1116. Nella narrazione della vita di Gelasio II scritta da Pandolfo, è indicato come uno degli elettori del nuovo papa il 24 gennaio 1118 (J.M. Watterich, Pontificum Romanorum..., 1862, p. 94). Fu certamente a Roma tra il 17 aprile 1121 e il 16 maggio 1122, poiché è attestato come sottoscrittore di bolle papali in Laterano. Nello stesso anno papa Callisto II lo inviò, insieme ai cardinali Lamberto di Ostia (successivamente papa Onorio II) e Gregorio di S. Angelo (futuro papa Innocenzo II), presso l’imperatore Enrico V per negoziare un importante accordo. Alle trattative portate avanti in quella occasione da Sassone e dal resto della delegazione si deve infatti lo storico compromesso noto come concordato di Worms, con cui si intendeva porre fine alla cosiddetta lotta per le investiture.
L’accordo previde due documenti, l’Henricianum e il Calixtinum: Enrico V rinunciò al diritto di investitura con anello e staffa e promise inoltre che le proprietà e i regalia sancti Petri di cui lui o il padre Enrico IV avevano privato la Chiesa sarebbero stati restituiti e che avrebbe aiutato a recuperare quelli che egli non deteneva. Callisto II, tramite i suoi legati, concesse che l’elezione di vescovi e abati nel Regno di Germania avvenisse in presenza del re, condannando comunque l’uso della simonia; inoltre all’imperatore veniva concesso di garantire i regalia all’eletto usando il simbolo dello scettro. In altre parti dell’Impero (Burgundia e Italia) avrebbe potuto investire i prelati con i loro regalia entro sei mesi dalla loro consacrazione.
Il ruolo giocato da Sassone in tale occasione ne accrebbe il prestigio. E in effetti, secondo la vita di Onorio II scritta da Pandolfo (testimonianza particolarmente rilevante e da leggere con attenzione, poiché entrambi fecero parte dell’entourage di Anacleto II, il primo come scriptor e il secondo come cancelliere), alla morte di Callisto II il populus espresse il proprio appoggio a Sassone come successore (J.M. Watterich, Pontificum Romanorum..., cit., p. 157), ma a essere eletto pontefice fu invece Teobaldo, cardinale diacono dei Ss. Cosma e Damiano, con il nome di Celestino II, mentre un’altra parte del collegio cardinalizio, sostenuta da Roberto Frangipane e dai suoi fautori, elesse Lamberto di Ostia, che assunse il nome di Onorio II, con il quale Sassone si schierò. Tuttavia, secondo la versione del racconto di Pandolfo contenuta nel manoscritto di Tortosa, Sassone ebbe, subito dopo l’elezione di Teobaldo, un diverbio con il cardinale di S. Pietro in Vincoli Benedetto, definito «simplex et idiota» dall’autore: mentre Benedetto invitava i cardinali a condonare l’errore, se uno ve ne era stato nell’elezione di Teobaldo, Sassone gli chiese se le sue parole non gli fossero state suggerite da qualcun altro (Liber Pontificalis..., a cura di J. March, 1925, p. 205).
Negli anni successivi Sassone continuò dunque a essere presente in Curia, sottoscrivendo bolle papali in Laterano in diverse occasioni (5 maggio e 28 novembre 1125, 28 marzo e 21 luglio 1126, 23 marzo 1127, 7 maggio e 9 dicembre 1128, 24 marzo e 10 aprile 1129). Ancora nel manoscritto di Tortosa viene riportato un episodio secondo il quale Sassone fu successivamente inviato da Onorio II, insieme a Leone Frangipane, a Napoli, dove venne fatto prigioniero e obbligato a cedere ai napoletani il Ducato di Sessa e la chiesa d’Aversa a nome del pontefice.
Inizialmente Onorio II inviò un privilegio che confermava la cessione, per poi colpire Napoli con l’interdetto, privandola anche delle sedi suffraganee.
Alla morte di Onorio II si verificò nuovamente una doppia elezione: una parte del collegio cardinalizio elesse Gregorio di S. Angelo con il nome di Innocenzo II, mentre i cardinali restanti scelsero il giorno successivo Pietro dei Ss. Cosma e Damiano, che prese il nome di Anacleto II, dando vita a uno scisma che si chiuse solo con la morte di Anacleto II nel 1138.
Rilevante per la doppia elezione fu probabilmente il fatto che buona parte dei sostenitori di Anacleto – e tra questi proprio Sassone – era stata ordinata cardinale sotto Pasquale II mentre dalla parte opposta Innocenzo II era appoggiato da molti cardinali creati da Onorio II. Peraltro le due fazioni che si vennero a creare all’interno del collegio dovettero essere più una conseguenza che una causa dello scisma, poiché non è possibile individuare all’interno dei due schieramenti linee politiche e spirituali tra di loro alternative e ampiamente condivise. Del resto, secondo la più recente storiografia (Anzoise, 2011, pp. 47 s.), per il consolidarsi dello scisma non fu decisiva la rivalità a Roma tra le famiglie dei Papareschi e dei Pierleoni né tantomeno una presunta inadeguatezza delle norme per l’elezione pontificia fissate nel 1059.
Sassone (la chiesa di titolarità del quale, S. Stefano al Celio, fu tra quelle ristrutturate nell’ambito dell’ampio programma di riassetto promosso da Anacleto II e poi portato a termine da Innocenzo II) ebbe un importante ruolo nei primi anni dello scisma, poiché fu nominato cancelliere da Anacleto II.
Un frammento del registro di Anacleto II, composto da 36 lettere più due dei suoi elettori e del popolo al re Lotario, è sopravvissuto. Solo una parte dei documenti è datata o di possibile datazione, e di tutti manca il destinatario; Sassone vi compare tramite la dicitura «Per manum Saxonis Sanctae Romanae Ecclesiae presbiteri cardinalis et cancellarii» (Palumbo, 1942, p. 651) presente in quattordici atti, compresi tra il 27 marzo 1130 e il 14 settembre 1131. Oltre questi documenti il cardinale sottoscrisse anche il decreto d’elezione di Anacleto e la lettera degli elettori al re Lotario.
Come è stato osservato, «nonostante la brevità del periodo [da lui] passato nella direzione della cancelleria anacletiana, la parte maggiore e più cospicua dell’attività di questa è quella legata al nome del cancelliere Sasso: diciannove mesi di attività fervida e viva (quella, almeno, di cui abbiamo prova) collegano strettamente la figura del cardinale anagnino alla personalità e all’opera di papa Pierleoni» (Palumbo, 1945, p. 42). Le lettere del registro di Anacleto II sono caratterizzate dall’uso del rytmus prosastico (tipico della lingua letteraria latina e introdotto nella curia pontificia dal cancelliere di Pasquale II Giovanni di Gaeta) e dal cursus velox.
Per quanto riguarda il cursus, il signum e il sigillum la cancelleria anacletiana influenzò profondamente quella del nascente Regno di Sicilia sotto Ruggero II. L’atto più importante che porta la sottoscrizione di Sassone come cancelliere è sicuramente il diploma con cui Anacleto II, il 27 settembre 1130, costituiva appunto il Regno di Sicilia. Oltre alla creazione effettiva del Regno, Anacleto II istituì la Sicilia come caput regni, autorizzò uno degli arcivescovi del Regno a incoronare il re e concesse all’arcivescovo di Palermo il diritto di legazia per la Sicilia, permettendogli così di consacrare i tre vescovi siciliani di Siracusa, Agrigento e Mazzara (o Catania). Da parte sua il re era tenuto all’omaggio feudale di 600 schifati annui.
Le ultime bolle datate da Sassone sono quelle date da Priverno il 14 settembre 1131, relative ai vescovati siciliani, mentre non sono rimasti documenti relativi ai due anni successivi. In una lettera dell’11 ottobre 1133 compare il nuovo cancelliere, Matteo; si può quindi collocare la morte di Sassone tra il settembre del 1131 e l’ottobre del 1133.
Fonti e Bibl.: J.M. Watterich, Pontificum Romanorum qui fuerunt inde ab exeunte saeculo IX usque ad finem saeculi XIII vitae ab aequalibus conscriptae, II, Leipzig 1862, pp. 185-187; Regesta pontificum Romanorum, a cura di P. Jaffé - S. Loewenfeld, I, Leipzig 1885, pp. 527, 550, 781, 823, 912, 918; Le Liber Pontificalis. Texte, introduction et commentaire, a cura di L. Duchesne, II, Paris 1892, pp. 312, 327; P.F. Kehr, Italia Pontificia, Berlin 1906-1935, I (1906), p. 72, II (1907), p. 157, III (1908), pp. 154, 323, 422, IV (1909), p. 31, VIII (1935), p. 427; Liber Pontificalis prout exstat in codice manuscripto Dertusensi. Textum genuinum complectens hactenus ex parte ineditum Pandulphi scriptoris pontificii, a cura di J. March, Barcelona 1925, pp. 205, 207 s.
M. Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, diss. Berlin 1912, p. 39; P.F. Palumbo, Lo scisma del 1130: i precedenti, la vicenda romana e le ripercussioni europee della lotta tra Anacleto e Innocenzo II, Roma 1942 pp. 15, 55, 126 n. 2, 140, 150, 152, 157, 162, 175 n. 3, 176, 197, 209 s., 258 e n.1, 259, 267, 271, 437, 454, 510, 651; Id., La cancelleria di Anacleto II, Firenze 1945, pp. 40-43; H.W. Klewitz, Reformpapsttum und Kardinalkolleg, Darmstadt 1957, p. 41; B. Zenker, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1159, diss. Würzburg 1964, p.132; C.G. Fürst, Kennen wir die Wähler Gelasius II? Zur Glaubwürdigkeit des Kardinalverzeichnisses in Pandulfs Vita Gelasii, in Festschrift Karl Pivec, Innsbruck 1966, pp. 69-80; J. Deér, Das Papsttum und die suditalienische Normannenstaaten 1053-1212, Göttingen 1969, p. 64; L. Pellegrini, Cardinali e Curia sotto Callisto II (1119-1124), in Contributi dell’Istituto di storia medioevale, II, Raccolta di studi in memoria di Sergio Mochi Onory, Milano 1972, pp. 507-556 (in partic. pp. 514, 525 s., 542, 548, 550-552); R. Hüls, Kardinäle, Klerus und Kirchen Roms 1049-1130, Tübingen 1977, pp. 63, 85, 106, 206, 223; M. Stroll, The jewish pope: ideology and politics in the papal schism of 1130, Leiden 1987, pp. 79, 92, 141 s., 146 s., 156 s., 176; H. Houben, Roger II. von Sizilien. Herrscher zwischen Orient und Okzident, Darmstadt 1997 (trad. it., Roma-Bari 1999, p. 69); G.M. Cantarella, Pasquale II e il suo tempo, Napoli 1997; M. Stroll, Calixtus II, 1119-1124: a pope born to rule, Leiden-Boston 2004, pp. 388, 399; S. Anzoise, Lo scisma del 1300: aspetti e prospettive di un lungo dibattito storiografico, in Archivum Historiae Pontificiae, 2011, vol. 49, pp. 7-49 (in partic. pp. 18, 23 s., 43); D. Kinney, Patronage of art and architecture in Pope Innocent II (1130-1143). The world vs the city, a cura di J. Doran - D.J. Smith, London 2016, pp. 352-388 (in partic. p. 363).