SARONNO (A. T., 24-25-26)
Città della Lombardia, in provincia di Varese. Si sviluppa a 212 m. s. m. sulla destra del torrente Lura, tra questo e la rotabile di grande comunicazione che da Milano (da cui dista 22 km.) conduce a Varese; è cresciuta essenzialmente nell'ultimo ventennio, in grazia di un intenso sviluppo industriale (costruzione di macchine a vapore, filatura e tessitura della seta e del cotone, alimentari, ecc.) che ha a sua volta determinato un vivo commercio con i centri vicini. Questo è favorito da un'ottima rete di ferrovie: Saronno è allacciata direttamente oltre che con Milano (anche per mezzo di tramvia elettrica) e Varese, con Novara e Como; numerosi sono anche i servizî automobilistici. La popolazione del comune è passata da 6372 ab. nel 1861 a 9354 (di cui 7331 nel centro cittadino) nel 1901 a 14.015 (13.118) nel 1921 e a 27.552 (con le aggregazioni degli ex-comuni di Gerenzano, Origgio e Uboldo; 15.047 nel centro) nel 1931. Il territorio (39,25 kmq.) è coltivato soprattutto a cereali, vite e gelsi. Il censimento industriale del 1927 ha segnato pel comune 690 esercizî con 6795 addetti. Il centro è andato in pari tempo sempre meglio accentuando il suo carattere urbano.
Monumenti. - Fra le costruzioni di una certa importanza per l'arte, è la quattrocentesca chiesa di S. Francesco, sorta su una piccola, antica chiesa di S. Pietro. Un miracolo del 1460 determinò il sorgere del celebre Santuario, che conserva ancora l'antica immagine miracolosa. La costruzione è di stile bramantesco: fu iniziata l'8 maggio 1498 e dedicata alla Vergine Assunta. Vi lavorò, secondo alcuni, Vincenzo dell'Orto di Seregno, detto il Seregni; il disegno della facciata è di Pellegrino Pellegrini, detto il Tibaldi, e l'esecuzione di Carlo Buzzi (1666). B. Luini e Gaudenzio Ferrari vi hanno lasciato opere di pregio. Il primo vi ha lavorato a più riprese dal 1521 al 1531: i soggetti svolgono fatti della vita della Vergine e rappresentano immagini di santi. Gaudenzio Ferrari iniziò la decorazione della cupola nel 1535: vì rappresentò il Padre Eterno fra cerchie di angeli in un trionfo di forme e di colori. Cesare Magni, Bernardino Lanino, G. C. Procaccini come pittori, Andrea Fusina come scultore, completarono la decorazione del santuario.
Storia. - Abitato già in epoca romana, per quanto non dovesse essere allora luogo cospicuo, Saronno è menzionato una prima volta nel 1167, come facente parte del Comitato del Seprio: nelle lotte fra Visconti e Torriani tenne per i primi e nel 1284 fu luogo di raccolta di truppe viscontee per una spedizione contro i Rusca di Como. Probabilmente per la fedeltà dimostrata fu dichiarato nel 1301 borgo e circondato di mura: Matteo II Visconti vi eresse, anzi, un munito castello, che fu però smantellato nel 1363 dagli stessì signori di Milano perché non servisse di difesa ai soldati di ventura inglesi scorrazzanti per la Lombardia. Fu pure creato centro della giurisdizione dei comitati di Bulgaria e Seprio, ma nel 1386 passò definitivamente al comitato di Milano.
Ebbe a subire un saccheggio da parte degli svizzeri nel 1510, e nel 1525 fu infeudato ai conti Bigli, rimanendo sotto tale giurisdizione fino alla Rivoluzione.
Bibl.: C. Bonazzi, Memorie dell'insigne tempio di N. S. presso Saronno, Monza 1816; F. Malaguzzi Valeri, Gli affreschi della cupola di Saronno, in Rassegna d'arte 1904, pag. 69; A. Ottolini, Il santuario di Saronno, Saronno 1910; P. Maria Sevesi, S. Francesco di Saronno, Milano 1927.