SARCIDANO (veramente s'Arcidano, cioè "l'Arcidano"; A. T., 29 bis)
Grande altipiano calcareo della Sardegna centrale che si allunga per circa dieci chilometri con una larghezza di cinque e una media altezza di 630 m. s. m. Leggermente inclinato verso O. è invece verso E. tagliato a picco da una vallata profonda, a volte anche 200 m., nella quale scorrono le acque del Flumendosa che lo separa dalla zona dei Tacchi, ai quali tuttavia si ricollega morfologicamente. Le rocce che lo compongono sono in gran parte calcari magnesiaci giurassici, a volte sovrapposti a un leggiero strato di lignite come ad Isili, e che verso N. si estendono fino al Gennargentu; notevoli tra i minerali che vi si trovano l'alabastro, il tufo calcareo e la argilla litomarga di Laconi e di Nurallao.
Le acque di questo tavolato tributano a tre versanti: le meridionali sono raccolte dal Flumendosa, quelle occidentali dal Flumini Mannu o Samassi, le più settentrionali dal Tirso.
Il Sarcidano era un tempo assai ricco di boschi di querce e sugheri ora quasi interamente distrutti, tanto che esso si presenta brullo e sassoso o ricoperto dalla macchia mediterranea e non fornisce che un magro pascolo ovino. La pianura è completamente disabitata; unico nucleo al centro una colonia penale. l paesi si rifugiano ai margini O. e S. del pianoro e sono collegati dalla strada provinciale nuorese e dalla ferrovia secondaria Villacidro-Sorgono che lo costeggiano sul lato O. toccando i centri di Laconi, Nurallao e Isili, e dalla deviazione per Lanusei delle medesime vie, che collegano Nurri e Villanoava Tulo.