SARCHIATURA (fr. binage; sp. escardadura; ted. Jäten; ingl. weeding)
Rimozione superficiale o raschiatura del terreno, eseguita con zappe, sarchielli o altri adatti attrezzi a mano, oppure con idonei arnesi a trazione animale o meccanica. Scopi di questa operazione sono: distruggere le erbe spontanee che infestano le colture, principalmente nei periodi primaverile ed estivo; rompere la crosta che, dopo le piogge, si forma alla superficie del terreno con danno delle piante coltivate; impedire che, per effetto della capillarità, il terreno subisca forti perdite di umidità per evaporazione diretta dalla sua superficie, affinché la riserva idrica del terreno rimanga in massima parte nel terreno stesso a disposizione delle piante coltivate. Le colture che più abbisognano di sarchiature vengono anche dette colture sarchiate, come: il mais, la barbabietola, la patata, le leguminose da granella, il tabacco, quasi tutte le ortensi, ecc. Però la sarchiatura è operazione utile anche a quasi tutte le altre colture, che in passato venivano dette non sarchiate, come il frumento, l'orzo, il riso, la canapa, ecc. Così la maggior parte delle colture legnose (escluse solo le forestali) abbisognano di sarchiature, come la vite, l'olivo, gli alberi da frutto, ecc. L'utilità delle sarchiature, eseguite a tempo opportuno e talora ripetute a brevi intervalli di tempo, si manifesta specialmente nei climi aridi, nei terreni più o meno sabbiosi e non irrigui.