CHANDRADAS, Sarat
Esploratore e filologo, nato a Chittagong (Bengala) nel 1849, di famiglia della casta vaidya, o medica; morto in India nel 1917. Educato nel Collegio della Presidenza, a Calcutta, a 25 anni era già riputato sanscritista e direttore di un collegio di educazione per i Tibetani a Darjeeling, dove si applicò con diligenza allo studio della lingua tibetana. Nel 1879 recatosi a Shigatse nel Tibet, visse per sei mesi come studente di teologia nel grande monastero di Tashilhunpo. Profittò del viaggio per esplorare la regione a N. del Kinchinjunga, allora sconosciuta. Ritornò a Tashilhunpo alla fine del 1881, e compì importanti escursioni, fra cui una visita a Lhasa e una prima esplorazione geografica del lago Palti (v. tibet). Tornò in India dopo 14 mesi di assenza. Da questi viaggi il C. trasse materiale per illustrare la storia della religione, l'etnologia e il folklore del Tibet in memorie pubblicate nel Journal of the Bengal Asiatic Society, e nel Journal of the Buddhist Text Society of India, da lui fondata nel 1892. Già dalla sua prima visita a Tashilhunpo aveva riportato una raccolta di opere sanscrite e tibetane; tornò dal secondo viaggio con oltre duecento volumi manoscritti, o stampati in xilografia, buon numero dei quali erano testi sanscriti da secoli perduti per l'India. Compose anche un dizionario tibetano-inglese, con un'appendice di parole sanscrite riguardanti il buddhismo. Nel 1884 accompagnò Colman Macauley in una missione nel Sikkim e alla frontiera tibetana; e, l'anno seguente, in un'altra a Pechino, dove visse parecchi mesi in un lamastero.
Bibl.: W.W. Rockhill, prefazione all'opera Journey to Lhasa and Central Tibet, di Sarat Chandra Das, Londra 1902.