Saracino
È la denominazione con la quale il Medioevo cristiano designa abitualmente gli Arabi del Mediterraneo orientale, della Sicilia e della Spagna, e, in genere, i musulmani.
D. riconosce ai S. l'adesione a una fede religiosa (legge) e una convivenza ordinata secondo ragione, cioè secondo le norme del diritto: Cv II VIII 9 questo [l'esistenza di un'anima immortale] vuole ciascuna legge, Giudei, Saracini, Tartari, e qualunque altri vivono secondo alcuna ragione. D'altra parte, anche a voler prescindere dall'aspro giudizio espresso da Cacciaguida nei confronti dei musulmani (cfr. Pd XV 142-145), un esame dei contesti nei quali il vocabolo è inserito lascia trasparire un atteggiamento di sostanziale avversione nei riguardi dell'Islam, sentito, e non poteva non essere così, come estraneo alla civiltà romana e cristiana, e quindi meritevole di condanna.
Non per nulla s. è in tre esempi associato a ‛ giudeo ', un vacabolo che D. preferisce a ‛ ebreo ' allorquando si vuol sottolineare il fatto che gl'Israeliti si tengono volontariamente al di fuori della rivelazione cristiana, e sono quindi infedeli. È questo il caso di Cv II VIII 9 (già citato); If XXVII 87 Lo principe d'i novi Farisei, / avendo guerra presso a Laterano, / e non con Saracin né con Giudei... (dove, anzi, il giudizio negativo è reso più esplicito dalla designazione dei prelati di curia come Farisei per il valore traslato di " ipocrita " assunto da questo patronimico); e così nelle opere latine: Piget... quod impietatis fautores, Iudaei, Saraceni et gentes, sabbata nostra rident (Ep XI 4).
In Pg XXIII 103 Quai barbare fuor mai, quai saracine, / cui bisognasse, per farle ir coperte, / o spiritali o altre discipline?, l'accostamento dei S. ai barbari ha presumibilmente valore di preciso riferimento storico, in quanto ‛ barbari ' è la normale denominazione degli abitanti della Barberia, cioè dei territori arabo-musulmani dell'Africa nord-occidentale; eppure, anche qui è difficile sottrarsi all'impressione di un atteggiamento polemico e spregiativo, se non altro perché il concetto di barbaro istintivamente si collega a quello di selvaggio e perché sulle donne musulmane si lascia velatamente cadere l'imputazione di una libertà di costumi superata sola dall'impudicizia delle sfacciate donne fiorentine (v. 101).
Persino l'accenno all'Italia quale miseranda... etiam Saracenis (Ep V 5) non si sottrae all'atteggiamento qui delineato: spietati - è questo il sottinteso - i S., pur se le condizioni dell'Italia son così miserabili da indurre a commiserazione anche loro.