SAPROLEGNIACEE (dal gr. σαπρός "fradicio", λέγνον "orlo" perché il loro micelio forma come un rivestimento sul corpo di animali acquatici putrescenti)
Famiglia di Funghi dell'ordine degli Oomiceti, con micelio abbondantemente sviluppato e spesso ramoso, unicellulare o anche, da ultimo, pluricellulare; che si riproducono agamicamente per zoospore biciliate, contenute in zoosporangi cilindracei apicali, e sessualmente per oospore, contenute in numero di una o più in oogonî globosi all'apice di rami miceliari, nelle quali si versa il contenuto di uno o più anteridî, non differenziato in anterozoi, attraverso un piccolo tubo o budello che perfora la parete dell'oogonio. Non sono però rari i casi di partenogenesi.
Sono funghi quasi sempre acquatici, che vivono saprofiticamente su insetti o altri animali o anche su vegetali putrescenti nell'acqua stessa, oppure parassitariamente sui pesci, come, ad es., la Saprolegnia Thuretii, la S. ferox (= S. dioica), l'Achlya prolifera, note sotto la denominazione di "muffe dei pesci", che sono non di rado causa di gravi epizoozie, particolarmente temibili negli stabilimenti ittiogeni e negli acquarî, tanto più che la muffa può infestare anche le uova di questi animali.
Alla famiglia delle Saprolegniacee è molta affine quella delle Leptomitacee, con micelio che presenta frequenti strozzature, di cui è esempio il Leptomitus lacteus, che talvolta si sviluppa abbondantemente nelle condutture d'acqua e nelle vasche di zuccherifici, fecolerie, ecc., e, entrando facilmente in putrefazione, cagiona inconvenienti più o meno gravi.
Pure affine è la famiglia delle Pitiacee, che si collega d'altra parte con quella delle Peronosporacee perché il micelio non è strettamente acquatico, di cui qualche specie, come, p. es., il Pythium debaryanum e la Blepharospora cambivora sono causa di malattie delle piante: il primo producendo una forma di marciume nei semenzai, il secondo causando il cosiddetto "mal dell'inchiostro" del castagno.