SAPIENZA (Σαπιέντσα; A. T., 82-83)
Isoletta che si trova non lontano dalla costa del più occidentale tra i promontorî del Peloponneso, tra il Golfo di Arcadia e quello di Messenia, 3 km. a S. di Modone. Attraverso lo stretto tra la terraferma e l'isola passa la linea regolare di navigazione Calavrata-Patrasso.
Battaglia navale. - Appartiene al ciclo delle guerre combattute nel Medioevo fra Genovesi e Veneziani. Una squadra veneziana di 35 galee ed altri legni minori, comandata da Niccolò Pisani, seguiva, spiandone le mosse, nella primavera del 1354, una squadra genovese, comandata da Paganino Doria, forte anch'essa di 35 unità maggiori. L'ammiraglio genovese si era diretto dall'Adriatico verso il Levante, e il Pisani, ben conoscendo l'ardire dei nemici, pensò di attirarli in un combattimento che fosse a lui favorevole. Si ritirò perciò con l'intera squadra nel Golfo della Sapienza presso Modone, e dispose 20 galee e sei navi minori all'entrata principale del golfo fissandole fra di loro con catene, in modo da difendere le due bocche tra l'isola e la terra ferma. Altre 15 galee e navi minori, al comando del luogotenente Morosini, furono lasciate in riserva in fondo al golfo. Il 3 novembre 1354 l'armata del Doria si presentò schierata in linea di fronte dinnanzi al nemico, che tenne così impegnato, mentre il nipote dell'ammiraglio, Giovanni Doria, si diresse con una galea per entrare a voga arrancata in uno stretto passaggio lasciato tra l'ultima nave veneziana e la costa. Il Pisani lasciò fare, sperando di catturare l'unità, ma l'audace gesto di Giovanni fu seguito da altre, e così ben tredici galee genovesi entrarono nel Golfo della Sapienza. Il Pisani, con le navi immobilizzate, non riuscì più ad impedire che le 13 galee genovesi sorprendessero la squadra di riserva del Morosini, che, creduto il Pisani sconfitto, non fece grande resistenza e si arrese. E così il Pisani dovette sostenere l'attacco di fronte delle navi di Paganino Doria e quello alle spalle di Giovanni Doria, ormai padrone delle navi del Morosini. Nonostante il disordine e l'avvilimento degli equipaggi veneti, già menomati da gravi infermità, la lotta fu lunga e la strage fu grande; ma infine fu necessario arrendersi. Trenta navi veneziane caddero in potere degli avversarî e furono condotte con 5800 prigionieri a Genova. Altre unità veneziane furono distrutte e con esse perirono 4 mila uomini. La sconfitta della Sapienza fu grave per Venezia, tanto che essa si ritenne perduta; se non che i Genovesi non approfittarono troppo della vittoria, e con patti non eccessivamente onerosi l'anno dopo fu stipulata la pace.